Oltre ottanta scosse nelle ultime 24 ore, quasi tutte concentrate nella scorsa notte, con epicentro sul versante sud-occidentale del vulcano. Lo sciame sismico sull’Etna è assai rilevante ed è un ulteriore possibile segnale di risveglio del vulcano, dopo circa 15 mesi di relativa quiete.
Le scosse sono iniziate ieri, mercoledì 18 luglio, poco prima delle 23 per andare a concludersi solo alle prime luci dell’alba. Quasi tutte le scosse sono state di bassa intensità ed impercettibili, tranne un paio di magnitudo tra 3.5 e 3.6 registrate poco prima della mezzanotte in rapida successione.
La zona interessata è quella del fianco sud-ovest dell’Etna, nella zona sopra Ragalna. Per i vulcanologi la connessione con la ripresa dell’attività dell’Etna è probabile ma non da ritenersi certa. Tuttavia, è la localizzazione a 7 km dell’ipocentro, cioè il punto da cui origina la scossa, a far pensare alla relazione.
La profondità di 7 km, infatti, nelle dinamiche geologiche dell’Etna è quella da cui il magma dalle viscere della terra si incanala nei condotti sommitali. Da giorni i vulcanologi dell’Ingv di Catania notano anche un’attività stromboliana all’interno del cratere “Bocca nuova”.
Sono tutti segnali abbastanza attendibili sul fatto che la lunga ed insolita quiete dell’Etna potrebbe essere giunta al termine. In area sommitale in questo periodo ci sono, accompagnati dalle guide specializzate, molti turisti ed escursionisti attirati dall’affascinante spettacolo del vulcano attivo più alto d’Europa.