Tutti gli studiosi oceanografi e paleografi che hanno pazientemente ricostruito il livello del mare nel passato, hanno dovuto fare i conti con gli improvvisi innalzamenti ed abbassamenti di livello del mare, provocati, in gran parte, dalla formazione delle calotte di ghiaccio continentali durante le fasi di ere glaciali (durante l’ultima glaciazione l’abbassamento del livello del mare permetteva all’Isola d’Elba di essere unita alla Toscana).
Ma anche dallo sprofondamento delle piattaforme continentali sotto il peso dei ghiacci (o al loro innalzamento alla fine dei periodi glaciali), ed infine dalla normale espansione termica delle masse d’acqua in presenza di aumento della temperatura (l’acqua ha la sua massima densità a +4°C).
Tuttavia questi processi sono per loro natura molto lenti, e richiedono centinaia, se non migliaia di anni.
Gli scienziati non sono mai rimasti sorpresi dal vedere variazioni del livello del mare anche dell’ordine del centinaio di metri nel corso di alcuni millenni.
Ma la nuova scoperta evidenziata nel Golfo del Messico fa traballare queste convinzioni: Il Prof. Blanchon, dell’Università del Messico, e la sua equipe, hanno studiato il comportamento dei coralli fossili ritrovati presso la Penisola dello Yucatan.
Il risultato è che, durante l’ultimo periodo interglaciale intercorso 121 mila anni fa, i coralli si sono spostati verso l’alto, sulla scogliera, di almeno 3 metri in soli 50 anni di tempo, evidenziando così un aumento veramente catastrofico del livello marino (attualmente il trend di crescita del livello del mare è di soli 1-2 mm l’anno).
Questi risultati sono stati in realtà messi in dubbio, soprattutto per la stima dell’età dei coralli, anche se il gruppo ha comparato con ottimi risultati i coralli studiati con quelli, dello stesso tipo, presenti sulle Isole Bahamas, di cui si conoscono da moltissimi decenni i trend di crescita.
Se questo aumento catastrofico di livello fosse vero, ci sarebbe da chiedersi da cosa fosse stato provocato.
Una teoria attendibile metterebbe l’accento sul possibile crollo in mare dei ghiacciai presenti sull’Antartico Occidentale, fenomeno che messo in mostra come possibile pericolo nei prossimi decenni.
Ma la lontananza dal periodo esaminato pone comunque numerose incertezze sulle cause di tale fenomeno.