Com’era l’Oceano durante le Glaciazioni.
Dallo studio di microrganismi fossili dell’età glaciale si è rilevata la presenza, nei fondali oceanici, di un habitat diverso da quello attuale, con specie tipiche di temperature e salinità differenti a quelle di oggi.
Genesi di un processo dinamico.
Ogni inverno, all’incirca alla latitudine a sud dell’Islanda, enormi masse d’acqua di salinità relativamente alta, che scorrono verso nord a profondità intermedie (circa 800 metri), risalgono in superficie dove vengono sottoposte ad un raffreddamento per effetto di forti venti gelidi che giungono dalle distese continentali del Canada e della Groenlandia.
In questa fase, l’acqua perde rapidamente calore ed è sottoposta ad una raffreddamento medio di circa 8°C (da +10°C a soli +2°C).
L’alta salinità e la caduta termica, rendono l’acqua particolarmente densa.
L’acqua salata e fredda, è più pesante dell’acqua dolce e calda sottostante che risale ed affonda rapidamente fino ai fondali dell’Oceano Atlantico da dove ha origine la corrente salata profonda, nastro trasportatore di vitale importanza nella termoregolazione climatica del Pianeta.
La formazione della cosiddetta acqua profonda nord-atlantica, libera una quantità di calore sbalorditiva, che è pari a circa il 30% dell’energia solare che giunge annualmente sulla superficie dell’Atlantico settentrionale.
Il liberarsi di questo calore determina un riscaldamento delle masse d’acqua delle correnti che raggiungono l’Europa settentrionale, dove vi mitigano i rigori dell’inverno.
Il riscaldamento, a parità di latitudine è sorprendente ed è stagionale; d’estate infatti, è pressoché assente.
Immensa circolazione oceanica verticale.
La massa d’acqua che sprofonda nei fondali nord oceanici dell’Atlantico, ha una dimensione pari a 20 volte quella della portata di tutti i fiumi d’acqua dolce terrestri ed origina buona parte delle acque profonde del globo.
La scoperta a cura di Boyle.
Lo scienziato americano ha individuato, attraverso studi sui fossili di microrganismi presenti nei fondali oceanici, dove scorre la corrente profonda ad alta salinità, che durante le epoche glaciale erano presenti strutture nutritive differenti a quelle attuali.
Ne dedusse (vi evitiamo l’analisi chimico e fisica) che durante le epoche glaciali, il nastro trasportatore atlantico si bloccò, e così avvenne anche durante il periodo di improvviso gelo del Dryas recente.
Definizione della Corrente del Golfo.
La Corrente del Golfo è una corrente marina che ha origine nel Golfo del Messico e si dice che raggiunga, con la sua benefica influenza, le coste centro-settentrionali dell’Europa atlantica, mitigando il clima; tale affermazione è sostanzialmente erronea.
In superficie, le calde acque della Corrente del Golfo, lungo il loro tragitto sul nord Atlantico, si raffreddano ben presto e la temperatura non avrebbe alcun beneficio climatico sull’Europa.
In effetti, come abbiamo visto, le masse d’acqua calde che si portano sui bacini centro settentrionali europei e sino al Mar Glaciale Artico, sono determinati dai processi dinamici in cui l’affondo di acque dense liberano calore che si propaga verso l’Europa.
Semmai la salinità delle acque sull’Atlantico settentrionale dovesse diminuire, si avrebbe un’interruzione, o una diminuzione, dell’intensità della corrente calda, ed un immediato raffreddamento.
Le ultimissime ricerche appena pubblicate su riviste scientifiche americane, sono abbastanza preoccupanti, ma non allarmistiche: la salinità delle acque superficiali del nord Atlantico è in calo ed il processo dinamico è in fase calante.
Un importante calo della salinità è stato riscontrato nelle ultime 4 settimane, periodo di vigilia del riscaldamento delle acque di superficie.
Nel prossimo articolo vedremo cosa successe circa 11.000 anni fa nel periodo del “dryas recente”.