La famosa tappa del Giro d’Italia dell’08 Giugno 1956, non entrò alla storia solamente per una delle più grandi imprese ciclistiche di ogni epoca, ma anche per l’ingresso di un “polo freddo” che fece nevicare praticamente fino in pianura, nonostante si fosse oramai entrati nell’Estate meteorologica.
Era l’anno 1956, e, come più volte ho indicato in articoli precedenti, la crudezza di quell’inverno ebbe diverse ricadute nel corso dell’anno.
La neve a Roma, infatti, dopo il terribile mese di Febbraio, tornò anche in Marzo, poi il freddo tornò crudo anche in Aprile, e, infine, come per un copione scritto in modo da esaltare le doti di un piccolo scalatore lussemburghese, il gelo si presentò anche all’inizio della stagione estiva, l’08 di Giugno.
Un blocco di aria fredda di origine nord atlantica, penetrò dall’Inghilterra in direzione della Francia, invadendo l’Italia settentrionale proprio durante il pomeriggio dell’8 giugno, con isoterme di appena +2°C a 1440 metri di altezza sul Golfo Ligure, e temperature di -27°C a 5500 metri di quota.
Ne derivò una giornata autunnale, per non dire invernale: sul Trentino, sede della tappa del Giro, piovve tutto il giorno con basse temperature, ma, durante il primo pomeriggio, l’entrata dell’aria fredda in quota provocò l’inizio di una bufera di neve che si spinse fino al fondovalle, alle porte di Trento città.
Il piccolo scalatore Lussemburghese Charlie Gaul era rimasto staccato nella tappa precedente, che affrontava lo Stelvio, la maglia rosa era rimasta saldamente nelle mani di Fornara.
Il distacco in classifica ammontava a ben 17 minuti, e Gaul era al 24° posto in classifica.
La tappa dell’08 Giugno partì da Trento sotto nuvole, freddo e pioggia, e Gaul attaccò subito, passando per primo sui Passi Costalunga, Rolle, e Brocon, ma venedo raggiunto e superato in discesa, tanto che, a 60 km dall’arrivo, rimaneva staccato di un paio di minuti da un gruppetto di tre corridori (tra i quali Monti e Defilippis).
All’attacco dell’ultima salita, il Monte Bondone, prese a nevicare sempre più fitto.
Gaul raggiunse e staccò tutti, e vinse con distacchi d’altri tempii, i primi 23 della classifica, compresa la maglia rosa Fornara, si ritirarono o arrivarono con decine di minuti di ritardo.
Le ondate di freddo in Giugno, anche molto intense con abbondanti nevicate, non rappresentano comunque dei casi isolati nella nostra climatologia.
Ricordiamo il recente caso del 23 Giugno 1995, quando la bora soffiò a 100 kmh a Trieste, e cadde mezzo metro di neve a quota 1900 metri sull’Appennino Tosco Emiliano.
Più indietro, indimenticabile il caso del 1° Giugno 1793, quando la neve cadde a Padova, e fu seguita da 4 giorni di gelo e brinate mattutine.