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Santa Lucia, la grande bufera di neve

di Redazione Meteo Giornale
22 Nov 2016 - 18:52
in Senza categoria
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santa lucia la grande bufera di neve 7667 1 1 - Santa Lucia, la grande bufera di neve

Fine novembre 2001, le linee di tendenza prospettate dai modelli matematici, definivano l’approssimarsi di una irruzione di aria molto fredda verso l’Italia, direttamente dalle pianure siberiane.

Riportiamo alcuni titoli dell’epoca del Meteo Giornale:

Meteo lungo termine: una situazione invernale.
La tendenza climatica per il lungo termine, ovvero per un periodo che va dai 7 ad i 15 giorni da oggi, pur complessa e da confermare, appare improntata verso un progressivo raffreddamento. Era il 27 novembre 2001, ore 16:27

Commento MRF: non guardate quella carta!
Il run appena uscito delle MRF (ora è sostanzialmente divenuto GFS) è strabiliante, apre la porta alla speranza di chi passa d’inverno intere notti ad osservare il lampione. Era il 28 novembre 2001, ore 11:26

santa lucia la grande bufera di neve 7667 1 2 - Santa Lucia, la grande bufera di neve
santa lucia la grande bufera di neve 7667 1 3 - Santa Lucia, la grande bufera di neve

Si rinforzerà Alta Pressione russa. L’Alta Pressione russa, sembra prevalere sul tempo dell’Europa dell’Est. Come è noto, quando la Russia si raffredda, per l’Europa occidentale aumentano i rischi di un’ondata di gelo. Era il 1° dicembre 2001.

Previsioni meteo per il 13 dicembre 2001, emesse l’11 dicembre. Un nocciolo di aria gelida interesserà nel corso della giornata le regioni del Nord Italia. La sua evoluzione appare velocissima, e durante il passaggio genererà una situazione favorevole a tormente di neve anche in Val Padana.

Al Nord Italia il cielo sarà inizialmente poco nuvoloso, con tendenza ad un sensibile peggioramento ad iniziare dal Friuli Venezia Giulia, a seguire il Veneto, il basso Trentino, parte della Romagna e tutta l’Emilia. Nel tardo pomeriggio si avrà un marcato peggioramento su Lombardia, esclusa Valtellina, il Piemonte e la Valle d’Aosta orientale.

Durante il passaggio dell’area perturbata si avranno condizioni di cielo coperto o invisibile per neve fitta. Il fenomeno assumerà caratteristica di bufera, con temperature in forte calo e ghiaccio. Si avranno venti forti, con raffiche diffusamente sugli 80 km/h, e localmente anche maggiori ai 100 km/h.

In serata, specie nella pianura lombarda, emiliana e piemontese, il fenomeno assumerà caratteristica di blizzard o tempesta di neve, con neve sollevata da vento, ovvero caccianeve alto.

I maggiori accumuli di neve si avranno a ridosso dei rilievi, in particolare, Appennino emiliano ed in Piemonte.

Il 12 dicembre il nostro servizio meteo collassò per le eccessive richieste, oltre 100.000 accessi in poche ore (siamo nel 2001, internet era poco diffuso e c’era neppure l’ADSL), ma numerosi siti internet dedicati alle previsioni meteo, cedettero per le eccessive richieste di informazioni.

Il 13 dicembre 2001, puntuale come un orologio svizzero, la tormenta di neve paralizzò molte località del Nord Italia.

In varie città, autostrade e strade, si ebbe un autentico “blizzard”, con fortissimo vento che portò la temperatura sotto zero, mentre la neve secca e polverosa si infilava ovunque, si poggiava dappertutto.

Il vento batteva così forte da impedire il camminare, il rumore del vento ululava, la neve si poggiava nelle palpebre. Pareva di rivivere storie di altri luoghi, con tanta gente che tornava in auto sotto la tormenta di neve, con visibilità quasi a zero.

La mattina del 14 dicembre 2001, buona parte della Val Padana si svegliava innevata e congelata. La neve aveva fatto presa sui muri, sulle superfici verticali, e si era congelata nella notte.

La neve aveva fatto visita in varie località della Liguria, sino al mare, così anche in Toscana. Il gelo interessò marginalmente il Nord Italia, mentre il centro dell’area fredda investì Austria, sud della Germania e Svizzera.

Fu un fenomeno atmosferico molto rilevante, non tanto per la quantità di neve caduta (i maggiori accumuli si ebbero nel torinese), ma per la qualità dell’evento e la gelata successiva.

La causa di questo fenomeno atmosferico fu una goccia d’aria fredda in quota con una bolla d’aria gelida russa al suolo. Il forte vento fu causato dall’intrusione dell’aria fredda verso i bassi strati.

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