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Meteo e Presidenti della Repubblica: cosa accadde il giorno dell’elezione?

di Massimo Aceti
19 Apr 2013 - 14:28
in Senza categoria
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Il Palazzo del Quirinale, visto dal retro, attende un nuovo "inquilino".
Giorgio Napolitano venne eletto il 10 maggio 2006 durante una giornata relativamente fresca e con pioggia intermittente. Su Roma la temperatura fu compresa tra 9 e 19 gradi in un contesto instabile, piuttosto tipico della primavera. Fu l’unico periodo instabile di quel mese nel complesso molto siccitoso e piuttosto caldo, gli unici giorni di pioggia sulla Capitale furono infatti concentrati tra il 9 e l’11 del mese. Un presagio delle difficoltà a cui sarebbe andata incontro l’Italia nell’arco del suo mandato?

Carlo Azeglio Ciampi fu eletto Presidente il 13 maggio 1999. L’Italia era protetta dall’anticiclone, a Roma era una bella giornata di primavera molto gradevole, ancora non troppo calda, la minima registrò 16 gradi, la massima 23. Un gradevole clima per un settennato di presidenza ricordato in maniera positiva, in quello che fu l’ultimo periodo di sviluppo economico prima della crisi, seppur già i venti di tempesta futuri venivano preannunciati dall’attacco alle Torri Gemelle di New York.

Era il 25 maggio del 1992 quando venne eletto Oscar Luigi Scalfaro e la Prima Repubblica stava cadendo sotto le bordate della magistratura, le “picconate” dell’ex-presidente Cossiga e gli attentati mafiosi. Non fu un settennato facile quello di Scalfaro e iniziò in una giornata calda – estremi +16/+27°C – ma umida, instabile e temporalesca, quasi che il meteo volle sottolineare le future difficoltà. Fu proprio in quei giorni che si insediò un’alta pressione sulla Scandinavia, che lasciò il Mediterraneo in balìa delle perturbazioni e che determinò un mese di giugno tra i più piovosi degli ultimi decenni.

Francesco Cossiga fu eletto il 24 giugno del 1985, in una calda giornata estiva – estremi +16/+28°C – lievemente instabile, preludio ad un periodo di meteo stabile e ancor più caldo che avrebbe caratterizzato i giorni successivi. Il tempo si stava rimettendo, grazie ad una rimonta dell’alta pressione sub-tropicale, dopo le deboli piogge che avevano contraddistinto i giorni precedenti a causa del transito di una perturbazione atlantica. Ma il settennato di Cossiga fece il percorso contrario a quello meteorologico: iniziato sotto i buoni auspici di una distensione internazionale favorita dalla Perestrojka di Gorbaciov e in un periodo di secondo boom economico (quello della “Milano da Bere”), terminò durante la crisi della Prima della Repubblica e una prima, per quanto temporanea, crisi finanziaria italiana.

L’8 luglio del 1978 fu il giorno dell’elezione di Sandro Pertini. L’Italia era nel pieno degli “anni di piombo” e solo due mesi prima era stato assassinato Aldo Moro. Il suo mandato iniziò in uno tra i periodi più bui della Repubblica e si concluse nel pieno di un periodo di sviluppo economico. Lato meteo, il giorno dell’elezione fu forse premonitore delle schiarite politiche di questo settennato, la giornata fu molto fresca per essere luglio, ma indicativa delle estati di quegli anni; a Roma la minima fu di 14 gradi, la più bassa dell’intero mese, la massima di 24 gradi. Nubi temporalesche stazionavano sull’Appennino, ma su Roma non piovve, l’Alta Pressione delle Azzorre in rimonta da ovest stava scacciando gli ultimi residui di instabilità e riportando il sereno, proprio come sulla nostra Repubblica.

Giovanni Leone fu eletto il 24 dicembre del 1971 in una mite giornata invernale. A Roma gli estremi termici furono di +6/+13°C e sull’Italia, come su mezza Europa, dominava l’alta pressione. La sua presidenza non fu però altrettanto calma, percorse tutti gli anni ’70 tra crisi petrolifere e attentati terroristici, per finire travolta da uno scandalo. In quel caso il meteo del giorno dell’elezione non fu affatto premonitore del destino del Presidente.

Giuseppe Saragat venne eletto il 28 dicembre 1964. L’Italia era in balìa di una profonda bassa pressione franco-ligure alimentata da aria artica, a Roma pioveva ma non faceva troppo freddo, la minima segnò 5 gradi, la massima 11. Forse il meteo di quella giornata volle indicare quei chiaro-scuri tipici di quel periodo, in bilico tra boom economico e tensioni sociali ed internazionali.

Era il 6 maggio del 1962 quando venne eletto Antonio Segni. Durò in carica solo due anni perché fu costretto a dimettersi per cause di salute. E non furono due anni facili: la crisi di Cuba, i timori di una terza guerra mondiale, l’assassinio di Kennedy, e sul lato interno la minaccia di un golpe militare; sono tutte situazioni che dovette affrontare il Presidente Segni, eletto in una gradevole giornata romana di maggio, con estremi termici di +11/+21°C, sotto ancora l’influenza di freschi venti da est, ma anche sotto l’incedere di una cupola di alta pressione africana in rimonta dalla Spagna, non certo a presagio delle tante difficoltà politiche e di salute che gli si pareranno davanti.

Giovanni Gronchi venne eletto il 29 aprile del 1955 in una soleggiata e già calda giornata di primavera. In Italia stava iniziando il boom economico e quella giornata, anche lato meteo, ne fu il miglior viatico. La minima fu di 11 gradi, la massima di 23, l’alta pressione, con i massimi sulla zona alpina, imperava, a testimonianza che gli anticicloni caldi di primavera non sono un’esclusiva di questi anni, anche se in quel periodo, dopo quelle calde degli anni ’40, stavano ritornando di moda primavere più fresche e perturbate.

L’11 maggio del 1948 è il giorno dell’elezione di Luigi Einaudi ed è un giorno caldo sulla Capitale. Una goccia fredda presente sulla Spagna causa il richiamo di aria calda verso la penisola italiana, e su Roma gli estremi termici sono +14/+27°C. Tutto quel mese di maggio fu piuttosto caldo e con instabilità e piogge limitate a brevi periodi. Un andamento piuttosto tipico delle primavere degli anni ’40.

Il 28 giugno del 1946 venne eletto Capo dello Stato Enrico de Nicola, nominato Presidente soltanto il 1° gennaio del 1948 quando entrò in vigore la Costituzione Repubblicana. Quel giorno di fine giugno l’alta pressione dominava su tutta l’Europa centro-meridionale e il clima era già caldo. A Roma la minima fu di 16 gradi, la massima di 29, e nei giorni successivi si passarono i 30 gradi. La guerra era alle spalle e quelle calde e soleggiate giornate di inizio estate dovevano essere un toccasana per poter pensare finalmente in modo positivo al futuro.

Nel momento in cui viene redatto questo articolo si è conclusa, con un nulla di fatto, la terza votazione per l’elezione del dodicesimo presidente della Repubblica Italiana. Si riuscirà ad eleggere il nuovo Presidente già oggi durante la quarta votazione, in una Roma soleggiata e molto mite, o come più probabile si dovrà attendere la prossima settimana quando i cieli della Capitale minacceranno pioggia?

Tra poche ore la risposta.

Il dodicesimo presidente

20 aprile 2013: in una giornata tipicamente primaverile, con minima di 12 gradi e massima di 17, e con condizioni meteo variabili, è stato rieletto Giorgio Napolitano. La giornata presenta analogie con quella della prima elezione del maggio 2006, il nuovo mandato, a prescindere dalle valutazioni politiche di ognuno di noi, speriamo segni invece un periodo più fortunato per l’Italia.

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