AUTUNNO, LE PIOGGE KILLER – Novembre conferma molto spesso la sua vena di mese non solo ad elevata piovosità, ma anche con episodi perturbati molto violenti. E’ questo il caso di [url=https://www.meteogiornale.it/notizie/tema-9-alluvioni-10-16-novembre-2012]quanto accaduto quest’anno[/url], ma anche nel 2011: dopo un avvio d’autunno di calma e siccità, a novembre il maltempo è esploso più feroce che mai, con le due principali alluvioni che lasciavano una scia di morte e distruzione in Liguria e sull’Alta Toscana, ma con diversi altri episodi minori a spasso per l’Italia. Questa serie di eventi di maltempo a catena culminava esattamente un anno fa con le alluvioni lampo in alcune aree del Sud e delle due Isole Maggiori, nei giorni 21 e 22 novembre: violenti nubifragi scaricarono precipitazioni anche superiori ai 300 mm in breve tempo. Fra le zone in assoluto più colpite, [url=https://www.meteogiornale.it/notizia/21905-1-terza-alluvione-in-un-mese-italia-sprofonda-non-un-caso]la Sicilia e l’area del messinese[/url] già flagellata in passato da altre disastrose alluvioni.
MESSINESE SOTT’ACQUA – Torrenti in piena, ponti caduti e paesi sommersi dal fango: la zona più colpita stavolta non è quella del versante ionico, ma tutta l’area del messinese tirrenico orientale. Le situazioni di maggiori criticità si registrarono tra Barcellona Pozzo di Gotto, Saponara e Milazzo, con il torrente Longano esondato in più punti: ci furono anche 4 vittime. A Olivarella di Milazzo, in particolare la furia dell’acqua trascinò via diverse auto. A Castroreale, fra i paesi più colpiti dalla violenza delle precipitazioni, sono stati registrati nel complesso picchi di accumulo superiori ai 320 millimetri di acqua. Su Francavilla i pluviometri hanno registrato circa 150 millimetri, mentre a Barcellona Pozzo di Gotto 120 mm di pioggia. Anche Milazzo è stata invasa dall’acqua, che ha trasformato le strade in veri e propri fiumi, allagando anche l’ospedale cittadino.
DINAMICA MALTEMPO SICILIA – A determinare il disastro fu un’evoluzione autorigenerante temporalesca stazionaria per ore, innescata da una linea di convergenza con vertice individuabile nei pressi del comprensorio etneo settentrionale per poi allargarsi a ventaglio e propagarsi in direzione del messinese, colpendo con maggiore enfasi l’area della valle dell’Alcantara e lo spartiacque tra Nebrodi e Peloritani. Gli accumuli pluviometrici hanno raggiunto livelli impressionanti, in particolare lungo la dorsale dei Monti Peloritani dove si sono localmente superati picchi di 300 millimetri. L’intenso peggioramento si estese poi anche alla Calabria, con oltre 300 mm accumulati a ridosso dell’Aspromonte, ed in Puglia con oltre 100 mm nell’area di Mottola, zona tarantino.