Dicembre di un anno fa aveva assunto fin da subito connotati invernali: la ciliegina sulla torta si verificò proprio nella parte centrale del mese, quando l’espansione dell’alta pressione atlantica verso il Baltico aprì la strada all’espansione retrograda di un lago d’aria particolarmente fredda convogliato dai settori centro-orientali dell’Europa. L’alito gelido proveniente da nord/est possedeva caratteristiche in parte continentali, tanto da far precipitare in picchiata le temperature molto più di quanto ci si attendeva, con ripercussioni tali da determinare nevicate fin sulle coste.
Le avvezioni fredde da nord/est pilotano in genere aria non solo rigida, ma anche piuttosto secca: tuttavia, nello scorrimento lungo il Mar Adriatico, quest’aria era riuscita parzialmente ad umidificarsi quanto basta per favorire la formazione di nuvolosità medio-bassa, da cui sono poi scaturite le precipitazioni nevose su diverse zone del versante centro-settentrionale adriatico. Da rilevare come la situazione così localmente congeniale alla neve fino al livello del mare venne generata dall’assenza al suolo dell’azione diretta dei venti di Bora marittimi: difficilmente, quando soffia forte la Bora (anche in presenza d’aria molto rigida in quota) si possono realizzare condizioni perfette per la neve abbondante fin sulle coste.