A scanso d’ogni equivoco, forse è meglio fin dall’inizio evidenziare come le Alpi risultino in realtà profondamente diviso su due fronti: solo i versanti settentrionali del massiccio montuoso risultano battuti da bufere di neve con un tipo di scenario invernale, mentre la situazione è ben diversa su gran parte della fascia alpina e prealpina rientrante dentro il territorio italiano, in prevalenza protetta da questa circolazione moderatamente fredda di provenienza nord/occidentale. La crisi della neve resta quindi intatta per quel che concerne le località turistiche di montagna italiane, salvo alcune eccezioni.
In Valle d’Aosta la “dama bianca” era già caduta nei giorni scorsi, ma quest’oggi le bufere di neve sono riuscite a spingersi in modo più deciso anche su crinali prossimi ai confini di altre regioni del Nord Italia. In Piemonte sono stati soprattutto i confini settentrionali a beneficiare delle nevicate più significative, quindi l’Ossola ed in particolare l’alta Val Formazza. La neve si è spinta fin sull’alta Val di Susa, con Sestriere e Bardonecchia che hanno ricevuto preziosi apporti. Più ad est, in Alta Lombardia, non sono state risparmiate dalla neve le località poste sulle creste di confine delle Retiche, con sfondamenti verso l’Alta Valtellina. Finalmente Livigno può mostrare un panorama decisamente invernale, per dare una spinta importante a questa stagione sciistica.
Naturalmente la neve da sfondamento non poteva certo risparmiare i settori orientali della fascia alpina, quelli dove in genere questi scollinamenti dei flussi settentrionali avvengono in modo più facile, con particolare riferimento all’Alto Adige e le principali vallate superiori prossime al confine. In quest’area, specie sulle Valli di Tures ed Aurina, i fiocchi di neve sono scesi anche a quote discretamente basse, fino attorno agli 800 metri d’altezza.