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Un marcato west shift dell’asse del vortice freddo, determinerà un sostanziale cambiamento delle correnti in quota. Torneranno le precipitazioni al centro nord

di Antonio Pallucca
15 Feb 2005 - 11:25
in Senza categoria
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Proiezioni ECMWF (www.ecmwf.int) per il 22 febbraio con rielaborazione grafica di Antonio Pallucca per MeteoGiornale.
Come indica il modello di Reading, già a partire dai primi giorni della prossima settimana, a causa di una presa dinamica dell’ anticiclone atlantico, ben disteso lungo i meridiani, ma con inclinazione del suo asse verso NE, l’aria fredda subirà un deciso cambiamento di rotta. L’intera Europa si troverebbe sotto una situazione depressionaria che nella sua rotazione antioraria spingerebbe dell’aria di origine artica dalla parte più settentrionale della Norvegia, attraverso la Francia centro occidentale per poi giungere sulle coste settentrionali del Portogallo. Ovviamente stiamo osservando ed analizzando una configurazione barica e relativi geopotenziali alla quota di oltre 5.000 mt.

Questo “fiume” di correnti gelide, scivolando molto più ad occidente, favorirebbe un netto richiamo di aria più mite, sempre a 500 hpa, che dalle coste iberiche percorrerebbe tutto il Mediterraneo per poi giungere, con tutto il suo carico di vapore, verso le nostre regioni di ponente. La situazione nei bassi strati assumerebbe quindi una componente delle correnti nettamente meno meridiane, dalle caratteristiche sempre fredde, ma in ogni caso più miti rispetto alle attuali. Questa sovrapposizione dei flussi genererebbe una “ritornante” di aria marina che arricchirebbe l’atmosfera di quei nuclei di condensazione che poi generano le precipitazioni.

Vi sarà una situazione temporanea di aumento termico tra sabato e domenica, un po’ generalizzato su tutta la nostra Penisola, tranne nelle valli e pianure del nord, che dovrebbe precedere questo nuovo orientamento.

Il richiamo di correnti da WSW inizierebbe a portare un aumento della nuvolosità sia sul versante di ponete che sul settore centro occidentale padano ed in progressione verso quello orientale.
Seppur i valori barici al suolo non si dovrebbero presentare eccessivamente bassi, ma livellati, l’azione di contrasto potrebbe fare il resto. Non è indispensabile avere delle situazione depressionarie particolarmente profonde per le precipitazioni, poiché esse spesso vengono generate da questa doppia stratificazione che conferisce al “parato” nuvoloso una maggior enfasi e crescenti situazioni precipitative.

Alla luce di quanto sopra esposto, e sembra nella logica di una previsione sul lungo termine, le aree che potrebbero assistere a delle manifestazione nevose, zone favorite, dovrebbero essere quelle più protette orograficamente. Regioni in cui le precipitazioni nevose potrebbero raggiungere quote molto basse. Per il resto della nostra Penisola, parte centro settentrionale, la quota neve dovrebbe attestarsi di qualche cento metri più in alto. Rimane difficile pensare comunque precipitazioni, sempre per le regioni centrali, stabilmente fisse ad una determinata altezza. Il flusso occidentale potrebbe assumere una componente più meridionale e quindi tagliare nettamente “fuori dai giochi” dette aree.

La situazione rimane, tuttavia, molto complessa e dalle caratteristiche marcatamente invernali. In ogni caso sembra prendere sempre più di consistenza questo trend circa un peggioramento post week-end. Peggioramento non più determinato da correnti fredde e continentali, ma da più miti “respiri” di matrice mediterranea.

Il futuro ancora più lontano sembra voler mostrare ancora più marcatamente questo west shift, scivolamento ad ovest dell’aria fredda, con possibili richiami di correnti sempre più miti verso le nostre regioni. Aria che dovrebbe, questa volta, assumere caratteristiche più atlantiche. L’anticiclone delle Azzorre verrebbe scisso ed isolato, nella sua parte dinamica, tra Islanda e Norvegia; mentre la sua radice, matrice sub tropicale, scendere nettamente verso latitudini basso europee. In ogni caso va rimarcato che per ottenere una netta risposta ad una fase di perseveranza attuale e consolidata (freddo), mancano, attualmente, dei segnali atmosferici forti e contrari.

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