Dopo questa prima fase di tempo freddo e per alcune regioni centro meridionali anche perturbato, sino a cerca giovedì/venerdì della prossima settimana, il vortice freddo, privo di vie di fuga, tenterà nuovamente di conquistare l’area mediterranea.
Come accennato appena ieri in un editoriale, la situazione che si prospetta sembra mostrare delle caratteristiche “atipiche” per il periodo esaminato.
In effetti durante quasi la totalità dei prossimi 7 giorni, saremo interessati da una circolazione fredda e depressionaria che coinvolgerà la nostra Penisola apportando ancora neve a quote medio basse sulle aree di levante, dalle Marche sino alla Calabria ionica e sul medio e basso Tirreno; ivi comprese le due Isole a fasi alterne.
Quello che risulta dalle elaborazioni numeriche, meglio salta all’occhio dell’osservatore, è che il periodo freddo e nevoso, non sembra avere delle particolari “soste”, ma coprire un raggio temporale che “sconfinerebbe” sino la fine del mese di febbraio.
Ovviamente in quasi tutti gli editoriali del MeteoGiornale abbiamo parlato sempre di regioni “centro meridionali” escludendo, per pura logica sinottica, il nostro settentrione che è rimasto sempre ai margini di questa circolazione.
Sarà sempre così o vi sono novità per le nostre regioni padane?
Bene, tuffandoci nel lungo raggio ed effettuando un’analisi su base del modello di Reading, già dal prossimo fine settimana qualcosa di più incisivo dovrebbe palesarsi onde portare quel “tanto atteso” peggioramento per il nord peninsulare.
L’anticiclone atlantico, in connubio con un dinamico russo, sarebbe in grado di “marcare” ancor più questa chiusura della saccatura del vortice polare in area mediterranea. Una sorta “di schiaccia noci” atmosferico che, come elaborato dalla carta delle ECMWF per la prossima domenica, dovrebbe spingere una depressione non più sul Mediterraneo centrale, ma farla interagire tra gli alti Balcani e l’Austria, con graduale spostamento verso sud ovest.
Diciamo che tra le tante ipotesi questa sembrerebbe la più frequentata e ricca di spunti per quelle aree da tempo rimaste “castigate”. Quindi dai settori nord orientali le precipitazioni, nevose anche a quote pianeggiati, potrebbero raggiungere anche quelle occidentali.
Una tendenza che, necessariamente, abbisogna di ulteriori convalide, ma che nella logica di tutta la struttura considerata sembra prendere, via via, maggior incisività.
Quando si presentano queste situazioni depressionarie chiuse, nei nostri mari, il “pendolo” dell’asse di saccatura inizia a subire delle oscillazioni molto irregolari con improvvise regressioni, quando esso sembra aver speso tutta la sua energia. Una situazione che potremmo definire “semipermanente” e che deve giocare il suo ruolo nell’area centro-meridionale europea, variando progressivamente la struttura depressionaria.