Senza alcun dubbio e squisitamente sotto il profilo termico, quest’ inverno sembra avere una lunga appendice che si protrae oltre la primavera “meteo”. Ma una depressione , originante da un marcato spostamento dei flussi freddi verso la Penisola Iberica, sembra rendere il medio termine previsionale ricco di centinaia di “?”.
Le caratteristiche dall’aria affluita in questi giorni sono sicuramente da considerare molto “anomale”, ma la risposta ad un “cavo d’onda” molto freddo, genera solitamente, una “reazione” dai caratteri nettamente più miti. Cosa ci riserva il futuro prossimo?
Sulla base del modello delle ECMWF (Reading), previsto per le prossime 72 h., si evince chiaramente che una depressione, originatasi sulla Penisola Iberica e muove i suoi “lenti passi” verso il bacino centrale del Mediterraneo.
Come mostra la carta prevista dal suddetto modello, inizierà già dalla giornata di giovedì/serata di mercoledì un graduale aumento delle temperature che, a causa di una netta disposizione delle correnti al suolo, non più dai quadranti nord orientali, ma sud occidentali, andranno progressivamente ad interessare il versante di ponente della nostra Penisola. Una fase estremamente evolutiva che, dalla Liguria, sino a tutto il versante Tirrenico, e non solo, porterà un sensibile aumento termico soprattutto percepibile in quota.
Onestamente non me la sento di trasmettere previsioni di neve per le regioni centrali o centro settentrionali. La riposta mite dal medio e basso Tirreno condurrà con sé una fase di tempo dai caratteri tra l’instabile ed il perturbato, ma con quota neve in rapida ed insostenibile ascesa. Si aggiunge a questa circolazione nei medi e bassi strati, anche una buona corrispondenza con quelli riferibili alla quota di 500 hpa.
Sebbene i geopotenziali siano ancora bassi, per il periodo considerato, credo che serviranno a poco o a nulla per non assistere ad una rapida fusione della neve sulle regioni della media fascia mediterranea.
Dobbiamo in ogni caso segnalare, che con una prospettiva tale, le regioni orograficamente più protette, centro ovest del “piano padano”, torneranno sotto l’insidia di pesanti nevicate. Il resto della Penisola, dal Veneto centro orientale sino a tutta la parte rimante della nostra Italia, rimarranno, dalla Toscana, Marche ed Umbria, in una sorta di “limbo meteo”. Aree dove inizialmente, possiamo anche includere la parte più settentrionale dell’Alto Lazio, ove le precipitazioni potrebbero essere, inizialmente, a carattere nevoso; ma la quota neve in pochissime ore “schizzerà” in maniera molto marcata verso quote montane o pseudo tali.
Rimane sull’estremo filo di “seta” per il NE (Veneto centro orientale) che potrebbe vedere precipitazioni nevose, anche ragguardevoli, trasmutarsi in acqua gelida in poche ore.
L’ipotesi, tramite un’attenta lettura del modello sopra indicato, mi sembra quella più prossima alla futura evoluzione. Il nord del nostro Paese avrà una netta rivincita, ma non sarà per tutto il settore padano distribuita in egual maniera.
Senza clamori e con molta pacatezza. Non illudiamo i lettori.