Il primo affondo meridiano ha trascinato l’aria fredda verso il Mediterraneo: è stato il primo vero episodio invernale della stagione, giunto enormemente in ritardo sulla tabella di marcia. Per come si stava mettendo dicembre, c’era davvero la possibilità di finire a bocca asciutta. Troppo forte il Vortice Polare in sede artica per permettere alla corrente a getto di oscillare e di conseguenza al freddo di dirigersi verso sud attraverso opportuni scambi meridiani. Invece, quando sembrava ormai svanita ogni speranza, la colata artica alla fine c’è stata ed ha interessato in modo diretto il nostro Paese, spodestando finalmente l’anticiclone dai nostri lidi.
Tutto questo ha coinciso con un indebolimento significativo del Vortice Polare e con una contestuale elevazione dell’anticiclone atlantico verso nord: l’indice di Oscillazione Artica in questo frangente è sceso fino a valori quasi neutrali, una vera novità se si considera che da mesi rimane costantemente su valori positivi. Questa dinamica artica, che si prolungherà con qualche strascico fino alle festività natalizie, rischia di costituire un’eccezione rispetto ad uno schema barico che ora, nella prospettiva del medio-lungo periodo, potrebbe riproporre lo schema già visto in passato.
Effettivamente le proiezioni vedono ora una nuova accelerazione del Vortice Polare: non a caso, l’alta pressione salirà alla ribalta distendendosi lungo i paralleli ed abbracciando buona parte dell’Europa Centro-Meridionale. Rispetto al passato, avremo una figura anticiclonica collocata, almeno inizialmente, in posizione più alta e solo per questo l’Italia (in genere le regioni meridionali ed adriatiche) risentirà di deboli azioni retrograde fredde di matrice balcanica, che scorreranno lungo il bordo meridionale dell’anticiclone. L’indice NAO non è previsto così fortemente positivo come l’AO, a conferma di come l’alta pressione potrebbe sbilanciarsi posizionando i massimi proprio sull’Europa.