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Il clima dello Zimbabwe: Harare, Gweru, Bulawayo e le Victoria Falls

di Giovanni Staiano
11 Set 2010 - 08:08
in Senza categoria
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Skyline di Harare e la City Hall di Bulawayo (fonte https://en.wikipedia.org), immagini su licenza GNU Free Documentation License
il clima dello zimbabwe harare cascate victoria 15537 1 2 - Il clima dello Zimbabwe: Harare, Gweru, Bulawayo e le Victoria Falls
La capitale Harare, a 1470 metri nel nordest, riceve 805 mm/anno di piogge, 703 da novembre a marzo (massimo in gennaio con 191 mm), solo 15 da giugno a settembre (in luglio meno di 2 mm). Le temperature vanno da 13,4°C di luglio (5,5°/21,4°C le medie di minime e massime) a 21,2°C di novembre (15,0°/27,4°C min/max), mentre il più estivo, ma piovoso, gennaio si ferma a 21,0°C (15,8°/26,3°C min/max) e aprile, nella stagione post-piogge, ha una media di 18,8°C (12,3°/25,3°C). La media annua è 18,4°C. -1,2° e 35,3°C i record storici di Harare.

A Victoria Falls, famosissima per le cascate dello Zambesi (quota 1061), nel nordovest, cadono 692 mm/anno, di cui 644 da novembre a marzo (record in gennaio con 174 mm) e solo 3 da giugno a settembre (piogge assenti in luglio e agosto).

Gweru, quasi al centro del paese, a quota 1428, riceve 674 mm/anno, 604 da novembre a marzo (record in dicembre con 157), solo 12 da giugno a settembre (luglio 1 mm). Le temperature vanno da 12,6°C di luglio a 21,3°C di ottobre, con gennaio fermo a 21,0°C e aprile a 18,1°C (18,1°C la media annua). Fra l’asciutto ottobre e il piovoso gennaio cambia drasticamente l’escursione giornaliera. Quello di ottobre è un caldo torrido, cioè secco, con elevate temperature massime (media 29,9°) ma notti fresche (media 13,4°), mentre quello di gennaio è afoso, con notti calde per la copertura nuvolosa che spesso riduce l’irraggiamento (media 15,4°) ma massime mitigate dalla minore insolazione e dai frequenti acquazzoni (media 27,1°). La media delle minime in giugno e luglio è appena superiore a 5°C.

Bulawayo, a quota 1344 fra i Monti Matopo, verso la parte sudoccidentale del paese, riceve 576 mm/anno, 485 da novembre a marzo (massimo in dicembre con 120) e 12 da giugno a settembre (1 mm in luglio e agosto). Temperature: gennaio 21,8° (min/max 16,5°/28,2°), aprile 18,7° (13,0°/25,8°), giugno 13,7° (7,3°/21,5°), ottobre 21,6° (14,8°/29,1°), media annua 18,9°C. -4,0° e 38,0°C i record storici di Bulawayo. Dove l’altopiano perde quota, verso il Botswana e all’estremo sud, al confine con il Sudafrica, i record storici di caldo superano i 40°C (44,4°C il record di Beitbridge, m 456, che ha una media annua di 23,8°C).

Tuli, al confine col Botswana, sulle rive del Shashe, affluente del Limpopo, si trova nel sudovest del paese, la regione più arida. Riceve solo 362 mm/anno di pioggia, concentrate tra novembre e marzo (305 mm, record in gennaio con 80), con minimo invernale (12 mm da giugno a settembre, solo 1 in agosto).

Le Victoria Falls (o se preferite Cascate Vittoria) sono la principale attrazione turistica di questo paese, che vive una situazione sociale molto difficile, dopo la transizione dall’amministrazione “bianca” (quando ancora si chiamava Rhodesia e vi vigeva l’apartheid, come nel vicino Sudafrica) a quella dell’attuale presidente Mugabe, salito al potere dopo anni di guerriglia alla testa dello Zipra (pur trattandosi di un romanzo, “Gli angeli piangono” di Wilbur Smith è anche interessante storicamente per capire in che clima è avvenuto il passaggio di poteri). I rancori accumulati negli anni della guerra e i ricordi delle oppressioni subite dalle popolazioni indigene trovano talvolta ancora sfogo in raid che vengono compiuti contro le fattorie dei bianchi, molti dei quali si sono convinti a lasciare il paese, che ha così visto peggiorare una già non florida situazione economica.

Ma torniamo alle cascate, al confine con lo Zambia. Sono fra le più spettacolari del mondo, visto che lo Zambesi, qui largo 2 chilometri, precipita in una gola di basalto alta 107 metri. La forza della caduta dell’acqua (fino a 545 milioni di litri al minuto ad aprile, al termine della stagione delle piogge) forma nuvole di vapore alte fino a 500 metri.

Le cascate sono state dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, come il Parco Nazionale di Mana Pools e le aree protette di Sapi e Chewore, situate al confine con lo Zambia più a est rispetto alle cascate. Qui vive una ricca e variegata fauna con grandi branchi di rinoceronti neri e di elefanti e molti coccodrilli lungo il fiume. Patrimonio dell’Umanità sono anche le rovine di Great Zimbabwe. 25 km a sud di Fort Victoria, non lontano dalla valle del Sabi, sorgono, fra colline ondulate ricoperte da boschetti d’acacia, due gruppi di costruzioni, uno nella piana (una cerchia ellittica lunga 100 metri e larga 70, con muri alti 10 metri e spessi 7, battezzata “il tempio”), il secondo su un kopje, ovvero una collinetta coronata da mucchi di sassi, ribattezzato “l’acropoli”. La cerchia murata fa pensare a una fortezza, ma pare assodato che la struttura non avesse funzioni difensive. Si tratta invece probabilmente di un nucleo abitativo della civiltà bantù degli Shona tra l’XI e il XV secolo. L’acropoli, con le sue torri “piene”, era invece forse destinata a residenza reale e a funzioni rituali.

Informazioni sul paese, della cui delicata situazione che sconsiglia un viaggio individuale abbiamo già accennato, in Internet sui siti www.zambezi.com/vicfall.html (sulle Cascate Vittoria). Il sito del governo è https://www.gta.gov.zw, quello dell’ente del turismo è https://www.zimbabwetourism.co.zw. In italiano notizie e link utili su https://www.viaggiatori.net/turismoestero/Zimbabwe.

Il clima dello Zimbabwe prima parte: https://www.meteogiornale.it/notizia/15536-1-il-clima-dello-zimbabwe

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