Il ciclone Wimar, appostato col suo minimo a 1003 hPa sopra la Polonia, catalizza l’attenzione meteorologica europea ormai da alcuni giorni. Il suo inasprimento termometrico coinvolge tutti i Paesi limitrofi raggiungendo anche l’Italia.
Attorno ad esso si sta creando una fitta corona altopressionaria: iniziando da Xenia, anticiclone oceanico a 1033 hPa, passando per Wiebke I, picco britannico a 1033 hPa, sino a giungere a Wiebke II, vertice norvegese a 1037 hPa.
La loro posizione consente esclusivamente la difesa nei confronti degli attacchi frontali freddi nordatlantici, ma nulla può di fronte all’instancabile depressione polacca.
I venti freddi dell’Europa dell’est vengono richiamati verso l’Italia da due falle bariche a 1011 e 1009 hPa presenti sul Mediterraneo centrale, code inesauribili del passaggio del fronte freddo della giornata di ieri.
Accanto ad un versante atlantico completamente privo di nubi, si avverte, dalle lontane lande islandesi, l’avvento di una robusta aggregazione gelida pronta ad aggredire la muraglia nord-occidentale europea. Alcuni scontri di massa colpiscono la Scozia ed i fiordi norvegesi.
La struttura che attrae maggior interesse meteorologico è la profonda depressione Wimar. Le sue nubi gelide avvolgono tutti i Paesi confinanti. Le scarse piogge polacche si trasformano in nevicate sopra i Paesi austro-ungarici sino ad accrescere la loro intensità sopra l’Ucraina e la Slovenia.
Il richiamo freddo mediterraneo fa giungere sull’Italia le correnti gelide della suddetta depressione, abbattendo le temperature. La coda del suo ficcante fronte freddo si esaurisce sopra lo Ionio e la Grecia, appostando cumuli e cospicue piogge.