La circolazione troposferica dell’Emisfero Boreale sembra voler tornare alla normalità dopo gli sconvolgimenti dei giorni scorsi.
L’andamento delle altezze di geopotenziale sulla superficie isobarica a 500 hPa presenta rilevanti anomalie positive soltanto alle medie latitudini del comparto atlantico (> 250 m). Moderate anomalie positive, oscillanti intorno al valore di 150 m sono presenti presso le coste artiche della Siberia centro-occidentale.
Anche l’attività bloccante, iniziata nella seconda decade di gennaio e arrivata all’acme tra la fine del mese passato e i primi di febbraio, è quasi scomparsa. Ora è presente un solo, debole, blocco sulla Russia orientale, in fase di esaurimento, con valori di “blocking index” (secondo Tibaldi e Molteni – 1990) inferiori ai 5 m(gr. lat)-1.
Questo ritorno ad una relativa normalità si deve principalmente ad una temporanea attenuazione dei “forcing” stratosferici ed allo scarso sviluppo meridiano del persistente anticiclone atlantico. Questo centro d’azione, alimentato da “forcing” di matrice tropicale, sta entrando in conflitto con il vortice polare in moto dall’Arcipelago Canadese all’alto Oceano Atlantico, in connessione con analoghe dinamiche stratosferiche. Di conseguenza, questo promontorio anticiclonico si estende ora dall’Atlantico a gran parte dell’Europa centro-meridionale, sotto forma di “blocking” ad onda lunga.
Il vortice polare stratosferico è poco intenso, ma in temporaneo rinvigorimento per una parziale riduzione del disturbo meridiano e a causa della notevole attenuazione dell'”E-P flux”, che ha raggiunto i valori minimi negli ultimi tre giorni. Il VP, al momento ellittico, tende a diventare quasi circolare, mentre il minimo si muove verso il settore atlantico dell’Artico.
Nel medio-lungo termine il vortice polare subirà un nuovo, notevole, indebolimento per azione di ragguardevoli pulsazioni calde e per una nuova intensificazione dell'”E-P flux”, con elevato rischio di “stratwarming”.
Di conseguenza, si prevedono nuovi sconvolgimenti nella circolazione troposferica.
Nel medio termine, il modello GFS annuncia una ripresa dell’attività bloccante sull’intero Emisfero Nord, con tendenza a “wave3 pattern”.
Nella media e alta troposfera, la più imponente onda planetaria quasi stazionaria si svilupperà nel comparto atlantico.
Un robusto promontorio anticiclonico stazionerà presso le coste pacifiche del Nord America, determinando il posizionamento di un vortice freddo in quota prevalentemente sul Labrador.
Un ramo meridionale dei “westerlies” provenienti dal Pacifico transiterà a sud del “blocking” della “west coast” appaiandosi con la corrente a getto sub-tropicale e determinando diversi episodi di cattivo tempo sulla California.
La confluenza tra queste correnti in quota e le saccature collegate al vortice freddo canadese produrrà l’intensificazione dei “jet stream” e ciclogenesi sugli “states” sud-orientali. Le correnti a getto, piegheranno poi verso nord-est, talvolta verso nord, per lo sviluppo del forte promontorio bloccante atlantico, portando sistemi perturbati e masse d’aria calda verso l’Islanda e la Groenlandia.
Riprenderà l’attività bloccante sulla Siberia occidentale, mentre il vortice freddo siberiano verrà sospinto verso le coste pacifiche dell’Asia settentrionale, con digressioni in pieno Oceano Pacifico, alimentandovi una spiccata attività baroclina.
Il potente “ridge” atlantico riuscirà a penetrare nell’Artico, riversando ripetute, gigantesche, colate artiche sull’Europa e sul Mediterraneo. La confluenza tra questi impulsi d’aria gelida e le correnti calde mediterranee darà luogo a ondate di maltempo soprattutto sull’Europa sud-orientale e sulla Turchia.
Intorno al 21-23 febbraio, lo sviluppo di blocchi artici, dovrebbe determinare il totale “split” del VP d’alta quota, con temporanea scomparsa del promontorio bloccante siberiano e creazione di un vasto complesso di vortici freddi esteso dalla Siberia all’Europa.
Nelle previsioni a medio e lungo termine, continuano dunque le conferme da parte del modello di previsione GFS, che disegna scenari veramente polari su gran parte del nostro continente.