E’ sempre difficile fare previsioni a lunga o lunghissima scadenza, vista la difficoltà che i modelli matematici hanno di individuare e di ben definire fasi di maltempo anche a distanza di sole 24-48 ore.
La difficoltà sta anche nella cattiva risoluzione topografica dei modelli a grande scala, che appiattiscono le catene montuose di Alpi ed Appennini, le quali, invece, sono decisive per lo sviluppo del maltempo sulla nostra Penisola.
Ogni modello matematico, quindi, ha i suoi difetti sistematici, con i suoi errori tipici su determinate situazioni meteorologiche.
Tutti abbiamo notato di come GFS, ad esempio, sottostimi le isoterme previste sulle ondate di freddo a medio-lungo termine, mentre il modello tedesco DWD, invece, faccia il contrario.
Capita di frequente, poi, che i modelli matematici europei diano previsioni contrastanti con quelli americani.
Tuttavia, quando più modelli tendono a convergere verso una previsione unica, allora possiamo veramente dire che la probabilità che si verifichi un determinato evento a medio termine sia davvero elevata.
E’ questo il sistema “multimodel” di previsione che si presenta veramente ottimo proprio quando più previsioni differenti convergono su di una medesima situazione meteorologica.
Adesso, per la prossima settimana, sembrano identificarsi due giornate che presentano un cambiamento deciso del tempo, rispetto ad una situazione che inizierà con cielo poco nuvoloso e molto freddo rispetto alla stagione soprattutto per quanto riguarda le temperature minime notturne, ed instabilità residua sulle regioni meridionali.
La previsione di un giovedì perturbato, compare in diversi modelli matematici, in primis su quelli europei (DWD, UKMO), mentre ECMWF lo posticipa di circa 24 ore, confermando ancora una certa incertezza sui tempi di questa evoluzione.
Anche il modello canadese GEM, infatti, concorda su di un peggioramento lievemente ritardato, seguendo l’evoluzione ECMWF.
In pratica, si tratterebbe di una nuova discesa di aria fredda che, scendendo più ad ovest delle precedenti, lungo la Francia, sarebbe in grado di scavare una depressione sui mari occidentali italiani, portando ad un peggioramento del tempo su gran parte della Penisola.
Altro momento critico, quello del prossimo fine settimana, in quanto vi è concordanza nella maggior parte dei modelli nel prolungamento della situazione di blocco anticiclonico in Atlantico, situazione che favorirebbe un’altra imponente discesa di aria artica sul nostro Continente europeo.
Qui la previsione si fa ardua, anche se potrebbe prender piede, per metà mese, una nuova discesa artica sul Mediterraneo, ma, anche se vi è abbastanza concordanza su questa previsione, l’eccessiva lontananza nel tempo rende difficile una stima di quello che potrà accadere veramente.