Chi pensava che l’inverno fosse finito crediamo si dovrà profondamente ricredere con ogni probabilità. Questa parentesi conclusiva di febbraio ha già portato alla luce una svolta meteo importante, le cui conseguenze si dovrebbero far pienamente sentire nella prima parte di marzo. Dal freddo al maltempo invernale e poi di nuovo freddo? Ebbene sì, ma anzitutto va posto l’accento sul fatto che la fase perturbata sulle nostre regioni si annuncia piuttosto duratura e lenta a morire.
Il motivo di quest’insistita azione perturbata va ricercata nel ponte anticiclonico disteso dal Medio Atlantico verso la Russia, che complicherà non poco il quadro perturbato per l’Italia, impedendo lo sbocco verso levante della profonda area di bassa pressione, peraltro in parte alimentata dal carburante rappresentato dal corridoio d’aria fredda in scorrimento da est.
E proprio ad est dobbiamo scrutare con notevole attenzione, perché potrebbero giungere nuovi assalti tardivi di blocchi d’aria gelida d’origine artica. Questo potrebbe accadere non appena l’anticiclone, abbassandosi di latitudini, cercherà di guarire la ferita ciclonica sul Mediterraneo. La roccaforte anticiclonica manterrà i suoi massimi sul Nord Europa ed ecco che il bordo meridionale dello stesso anticiclonico potrebbe risultare il viatico scelto da una nuova ondata di gelo, con target principale diretto sull’Europa Orientale e Balcanica.