Nella media e alta troposfera si sta manifestando una rapida crescita delle anomalie positive di geopotenziale nel settore occidentale dell’Emisfero Nord, con massimo di oltre 250 m sulla superficie isobarica a 500 hPa a sud della Groenlandia. Questa evoluzione, insieme alla scomparsa dell’anomalia di segno positivo sulla Siberia settentrionale ed alla graduale retrocessine di quella nord europea, ha determinato, nei giorni scorsi, la temporanea dislocazione del VP principale nel settore di Bering dell’Artico, rendendo l’Atlantico particolarmente vulnerabile ai “forcing” di matrice tropicale.
Questi “forcing”, favoriti dalle anomalie termiche dell’Atlantico tropicale e dei mari che bagnano il Centro America a nord dell’Equatore, si manifestano con lo sviluppo di promontori anticiclonici atlantici a carattere pulsante, sempre più intensi, talvolta a carattere bloccante. Le stesse anomalie termiche favoriscono, inoltre, una stagione degli uragani atlantici particolarmente vivace e precoce.
Di conseguenza, sul comparto euro-mediterraneo, le HP subtropicali hanno mostrato scarsa propensione all’espansione verso nord, esponendo il Sud Europa alle irruzioni d’aria fresca e instabile, apportatrici di condizioni meteorologiche dai connotati più primaverili che estivi.
Anche il ritorno della fascia di convergenza inter-tropicale (ITCZ) africana a latitudini normali, ha ostacolato le spinte subtropicali verso l’Europa meridionale.
La Madden Julian Oscillation (MJO), sempre più debole ed irregolare, non riesce più ad imporre il proprio peso nelle dinamiche tropicali. Ne consegue che le forzature indotte dall’attività tropicale continueranno ad essere influenzate dalle anomalie termiche superficiali degli oceani. Queste anomalie, però, si modificano con grande lentezza e ciò fa ritenere che non ci saranno nel medio-lungo termine grandi stravolgimenti nella circolazione atmosferica alle latitudini subtropicali e, in parte, anche alle basse latitudini temperate.
Il VP sta ora tornando nella sua “normale” collocazione in sede artica, entrando così in conflitto con la robusta alta pressione dinamica atlantica, alimentata dai “forcing” tropicali. Il flusso, nella media e alta troposfera, diventa così meno meridiano attraverso l’Oceano Atlantico, provocando una generale progressione del treno d’onde.
Il promontorio anticiclonico atlantico dovrebbe collassare abbastanza rapidamente, mentre l’intensificazione dell’attività tropicale africana favorirà, nel medio-lungo termine, lo sviluppo di HP subtropicali su Mediterraneo centro-occidentale ed Europa sud-occidentale.
La notevole attività tropicale dell’Atlantico occidentale e del Centro America a nord dell’Equatore continuerà ad alimentare robuste alte pressioni subtropicali sugli Stati Uniti.
Nel medio-lungo termine, tra l’HP sub-tropicale mediterranea e quella statunitense, dovrebbe svilupparsi una vasta saccatura nel comparto atlantico. I sistemi perturbati associati a questa conca depressionaria dovrebbero investire il Nord Europa, con temporanei sconfinamenti verso la Francia, l’Europa centrale ed orientale. Occasionalmente, anche l’Italia settentrionale potrà essere interessata dal rapido transito di qualche perturbazione atlantica.
La persistenza di anomalie termiche oceaniche negative nel Golfo di Guinea e nel Mare Arabico, fa supporre che l’accentuazione dell’attività tropicale connessa al monsone africano non possa avere lunga durata e che, nel lungo termine, tendano gradualmente ad attenuarsi i “forcing” di matrice tropicale che alimentano le alte pressioni subtropicali mediterranee.