Se prima era doveroso predicare prudenza, ora possiamo iniziare a sciogliere le riserve: tornerà il freddo. Quanto? Come? Sono domande che necessitano di risposte certe, che in questo momento non ci sentiamo di darvi. Il punto su cui battere è piuttosto la configurazione barica che andrà a crearsi, dalla quale scaturirà l’irruzione fredda che dovrebbe colpirci.
Osservate il modello americano: sull’Europa centro settentrionale si manifesterà una colata gelida possente, proveniente dalla Russia. La sua origine è ricercabile nell’isolamento, sull’Euro-Asia, di un lobo del Vortice Polare. Affinché il freddo sia in grado di affluire sulle nostre regioni, è necessario che l’Alta delle Azzorre tenti la spallata verso nord.
Tentativo che si scorge, chiaramente, nella mappa opportunamente rielaborata e che si riferisce alla giornata di giovedì 14 marzo. Altro aspetto non trascurabile è l’allineamento tra alcuni dei più autorevoli modelli di previsione: sia americani, sia europei. Ripetiamo, per stabilire entità e durata dell’irruzione ci sarà tempo. Quel che conta, al momento, è appurare la riproposizione della configurazione barica.