Le temperature superficiali del Pacifico tropicale sono mutate gradualmente negli ultimi mesi instaurando così condizioni ENSO di neutralità. Col passare dei mesi (soprattutto dal prossimo autunno) dovrebbe riapparire el Niño.
I mutamenti in atto ai tropici, soprattutto nel comparto pacifico, tendono a svegliare un po’ la sonnecchiante oscillazione intrastagionale tropicale MJO (Madden Julian Oscillation) la cui fase attiva, in lento moto verso levante, asseconda ora lo sviluppo di tempeste tropicali nel Pacifico al largo del Messico meridionale. Nel medio termine le anomalie termiche degli oceani tropicali dovrebbero ancora favorire fenomeni convettivi di notevole intensità in quel settore del Pacifico e sul Centro America, nonché dall’Asia sud-orientale al contiguo Oceano Pacifico.
Nel lungo termine diminuirà il rischio di tifoni nel settore asiatico del Pacifico. L’attività tropicale dovrebbe manifestarsi soprattutto dall’India orientale al Sud-Est Asiatico, mentre continuerà ad essere scarsa nel Mar Arabico, in fase di notevole raffreddamento.
Risulta parzialmente sfavorita l’attività tropicale nell’Atlantico, con una stagione degli uragani che, a consuntivo, risulterà probabilmente meno devastante rispetto allo scorso anno. Ciò a causa della parziale attenuazione delle anomalie termiche positive dell’Atlantico tropicale e per le modifiche ENSO in atto nel Pacifico. Quest’ultime, intensificando lo “shear” in quota nell’Atlantico occidentale, vi ostacoleranno l’accrescimento delle tempeste tropicali.
La fascia di convergenza intertropicale (ITCZ), posizionata fino a pochi giorni fa a latitudini leggermente inferiori alla norma nell’Africa occidentale, si va gradualmente innalzando. Nell’Africa orientale tende invece a scendere a latitudini inferiori a quelle medie del periodo, anche in risposta al raffreddamento del Mar Arabico.
Nell’emisfero boreale, la circolazione tropicale dovrebbe sostenere, nel medio-lungo termine, marcati “forcing” diretti verso i comparti atlantico-americano e Pacifico centro-occidentale. Forcing di matrice tropicale, generalmente poco intensi e di breve durata, potranno manifestarsi anche sul Mediterraneo centro-occidentale.
Nel comparto atlantico-americano boreale, il conflitto tra robusti anticicloni sub-tropicali e vortice polare, anormalmente esteso verso la Groenlandia e l’Arcipelago Canadese orientale, alimenterà ancora estese westerlies alle medie e alte latitudini. Più a valle, l’indebolimento del flusso zonale determinerà ancora frequenti splitting del polar jet, anche con sviluppo di cut-off anticiclonici sull’Europa nord-orientale (“Scandinavian Pattern” positivo o SCAND+).
Nel medio-lungo termine è atteso un affievolimento del flusso zonale nel Nord Atlantico per la temporanea traslazione del VP nel settore asiatico dell’Artico. Ciò favorirà l’ingresso del ramo meridionale del getto polare nel Sud Europa e nell’area mediterranea, con trasporto di vorticità positiva e “gocce fredde” in quota associate a notevole instabilità atmosferica, presumibilmente dal 22-23 luglio.