Una svolta decisa quella che traspare dalle previsioni del modello inglese, anche se resta in controtendenza alle previsioni NAO ed AO attualmente in nostro possesso.
Ma andiamo ad analizzare l’evoluzione di tale passaggio; attualmente ci troviamo in una configurazione che ha segnato la stagione invernale nella sua seconda parte: alta oceanica sviluppata nei meridiani, ben strutturata in oceano, seppure sbilanciata con asse sudest-nordovest, favorendo una maggiore protezione dell’area occidentale del Mediterraneo, mentre ad est l’attività del Vortice Polare continua a provocare nubi, precipitazioni a prevalente carattere nevoso ed un quadro termico prettamente invernale.
L’anticiclone Atlantico tenderà ad espandersi verso il Mediterraneo, e come sempre riprenderà una posizione meridiana, o cercherà di distendersi a chiudere la porta alle correnti miti oceaniche, favorendo la spinta del Vortice Polare a scendere verso meridione, ma tale attacco, non riuscirà, proprio in virtù del fatto, che le depressioni oceaniche, troveranno nuovo vigore, grazie alla spinta del Vortice Atlantico che dal Labrador accelererà il flusso alle alte quote della corrente a getto, favorendo un ritiro dell’area anticiclonica oceanica verso nord sotto la spinta di tale flusso, aprendo così la strada alle aree cicloniche che dal medio Atlantico invaderanno il continente europeo.
In realtà tale mossa, aiuterà un’altra figura a farsi avanti, sull’onda dei venti miti sudoccidentali, e cioè l’alta Mediterranea, che altro non è che un mix tra componente oceanica e contributo africano, che darà quella spinta alla struttura per portarsi stabilmente sul mare nostrum, questo grazie all’affondo in pieno oceano, da martedì ed ancor più nei giorni a venire, di un esteso vortice depressionario che scavandosi la via verso il continente, ostacolato a nord da aree anticicloniche, troverà aperta la via meridionale, spingendo in un largo giro aria fredda verso il continente americano, mossa che favorirà un richiamo caldo sulla penisola iberica ed un enfatizzazione dell’alta africana, come si evince dalla carta annessa.
Le conseguenze, note a tutti coloro che conoscono bene tale configurazione dopo la rovente estate di due anni fa, senza arrivare a tali esagerati record, dovuti per lo più al periodo stagionale in cui si è verificato il connubio, e alla diversa situazione termica a livello marino, saranno un aumento delle temperature che raggiungeranno le medie del periodo, con possibili sconfinamenti verso l’alto, ma, grazie ad un mare sottotono termicamente, visto che le condizioni di temperatura del Mediterraneo, proprio per il prolungarsi della stagione fredda, con costanza di venti dai quadranti orientali o settentrionali, sono a di sotto della norma di 1-2°, sempre su valori accettabili.
Sarebbe comunque un saltare da un freddo perdurante ad un tepore decisamente inatteso, soprattutto da mercoledì, quando il contributo africano potrebbe farsi sentire maggiormente.
Resta comunque un dubbio sulla virata di tutti i modelli verso un trend decisamente imprevisto fino a due giorni fa, e che resta in controtendenza alle previsioni di oscillazioni atlantiche volte al perdurare di posizioni meridiane e scambi nord-sud sul continente.
Prendendo atto della situazione prevista, prepariamoci dopo quest’ultimo urlo invernale che sta provocando nubi e precipitazione sul sud adriatico ed un calo termico generale, ai primi veri tepori primaverili, che molti accoglieranno con gioia, soprattutto quelli del sud, che hanno davvero subito i rigori termici e fenomenologici di un inverno che nella seconda parte, è stato davvero inclemente.