Abbiamo oramai archiviato la fase fredda che ha fatto battere i denti all’intera penisola e che in molte regioni ha portato nevicate eccezionali. Una bordata che lascia in dote aria fredda nei bassi strati, in particolare in pianura Padana. L’azione stabilizzante continentale ha fatto sì che l’assenza di copertura nuvolosa significativa portasse delle minime diffusamente al di sotto dello zero.
Or bene, l’editoriale in essere propone un deciso cambio circolatorio, una condizione di assoluta normalità susseguente ad un’ondata di freddo. Sulla penisola iberica s’è scavata una vasta depressione, non certo definibile profonda, ma comunque in grado di influenzare il meteo anche sulle nostre regioni. E saranno i versanti occidentali, tirrenici, a dover fare i conti con nuove nubi e precipitazioni. Ma stavolta, salvo che sui rilievi alpini, si tratterà perlopiù di piogge.
Riteniamo utile ora mostrare la disposizione dei venti al suolo, un parametro che possiamo considerare fondamentale del valutare quelle che saranno le aree regionali maggiormente esposte al rischio precipitazioni.
La linea ideale tracciata dalla direzione del vento esprime in toto quelle che saranno le aree maggiormente colpite dalle piogge.