In linea generale, le forti ondate di calore estivo si esauriscono per mezzo di un’incursione temporalesca, perlopiù limitata al Nord Italia, capace di trasportare il suo carico d’aria fresca a tutto il Paese. Queste dinamiche avvengono in misura ancor maggiore a fine stagione, ma non sembra essere il caso dell’attuale opprimente ondata di calore: abbiamo già evidenziato l’anomalia legata all’intensità e alla persistenza di temperature molto elevate su tutta l’Italia, compreso il Settentrione dove valori superiori ai 35 gradi sono rari in questo periodo.
Non si tratta solo di una breve fiammata, in quanto il caldo si protrarrà ancora per diversi giorni, fino a quando il cupolone anticiclonico, non più alimentato dalla pulsazione calda sahariana, tenderà inevitabilmente ad un lento collasso. Quale miglior occasione per un efficace e repentino ingresso di aria più fresca atlantica, in seno ad una saccatura? Nonostante l’indebolimento anticiclonico, il guanto di sfida dell’onda depressionaria non sembra in grado di penetrare in modo tale da comportare guasti meteo degni di nota, nemmeno sul Nord Italia. Solo sulle zone alpine vedremo fiorire maggiori temporali, ma saranno anche favoriti dalla minore protezione anticiclonica piuttosto che da un ingresso freddo frontale che resterà confinato appena a nord della catena alpina.
La poca incisività della saccatura, incapace di erodere il promontorio anticiclonico, rallenterà molto il cambiamento per cui il refrigerio avverrà, in modo un po’ anomalo, solamente a piccoli passi. Come possiamo notare dalla mappa in basso, incentrata sull’inizio del prossimo week-end, il calo termico (all’altezza geopotenziale di 850 hPa) sarà maggiore al Centro-Nord, ma si perderanno solo al massimo 4-5 gradi. Questo comporterà un cambiamento scarsamente rilevante, con l’insistenza di temperature sopra la norma. Ben più evidente la traccia del cambiamento appena oltralpe, con flessioni termiche di 10-15 gradi.