Ho voluto svolgere una breve ricerca per le temperature alla quota di 850 hPa sull’Europa, per osservare l’entità del riscaldamento, e supporre se in futuro si potranno avere mesi di dicembre gelidi o miti.
L’entità dell’aumento della temperatura media dicembrina alla quota di 850 hPa, appare più intensa nell’Europa occidentale, in Medio Oriente si è avuto un lieve raffreddamento.
Come è risaputo, la media climatica di riferimento è quella del periodo 1960/1990, ed allora abbiamo calcolato, utilizzando i dati del NOAA, i valori della temperatura media alla quota di 850 hPa, per gli anni del cosiddetto riscaldamento. Si è preferito utilizzare rilevamenti della temperatura nella libera atmosfera, lontani dall’influenza urbana.
L’elemento saliente che si osserva dalle mappe, è la salita verso nord delle isoterme in coincidenza delle coste atlantiche.
Ad esempio, nel trentennio 60/90 l’isoterma 0°C a 850 hPa avvolgeva per intero le Isole Britanniche, la -3°C lambiva la Scozia. L’isoterma 0°C passava per Milano e prendeva tutte le regioni nord orientali dell’Italia. L’isoterma +1,5°C andava nel sud delle Marche. Tutta l’Italia era con valori inferiori alla +3°C, tranne le Isole Maggiori e la Calabria.
Nel periodo 1990/2005 si è avuto un generale lieve aumento della temperatura nelle coste europee dell’Atlantico, qui la media è salita di circa 0,5°C. In Italia le differenze alla quota di 850 hPa sono state irrisorie, se nel settore occidentale prevale una salita di uno o due decimi di grado, si è avuto un calo di tal grandezza al Sud.
In linee generali, il trend climatico della quota di 850 hPa non appare devastante. Osserverete dalla mappe una normale fluttuazione delle isoterme, ed anche le differenze con la media di circa 1°C nella Russia e Scandinavia, sono così importanti.
Lascio a voi ogni deduzione.