Prima dell’analisi sullo stato della febbre del Pianeta, vogliamo partire con una riflessione: negli ultimi mesi, non di rado, il Meteo Giornale è stato oggetto di attacchi, tesi ad evidenziare che la linea editoriale del nostro Quotidiano era sempre più indirizzata verso le tesi più estreme serriste. Non vogliamo aprire una polemica, ma per quanto sia innegabile il riscaldamento globale, ci siamo sempre posti in una linea d’assoluta moderazione, convinti che il futuro del clima sia legato a troppi delicati equilibri che potrebbero smentire i facili catastrofismi cavalcati da una parte probabilmente maggioritaria della Comunità Scientifica.
La realtà è che abbiamo dato solo “voce” ai numeri dei maggiori Centri Mondiali (magari talvolta tralasciando spiegazioni approfondite) che sanciscono come quest’ultimo periodo sia fra i più caldi in assoluto dall’inizio delle rilevazioni. La moderazione resta d’obbligo: così accadeva nel cuore dello scorso inverno quando, nonostante oltre mezza Europa gelava sotto i colpi di uno degli inverni più gelidi dal dopoguerra, sarebbe magari stato facile cadere in “voli pindarici” per delineare scenari d’imminente raffreddamento (non sarebbero mancate le argomentazioni, ad iniziare dall’eccezionale fase di minimo solare), ma abbiamo comunque ritenuto di NON “censurare” le notizie (dati scientifici alla mano) sulla galoppante fase di Global Warming a livello mondiale, per quanto in gran parte riconducibile al riscaldamento tropicale del Pacifico per via di El Niño.
Chiudiamo questa parentesi e vediamo dunque qual è stato l’andamento climatico del mese di luglio: in base ai dati delle osservazioni satellitari UAH, l’anomalia termica globale di luglio è stata di +0,489°C contro i +0,436°C del mese di giugno. Si è avuto dunque un lieve incremento rispetto allo scorso mese, peraltro proporzionale in entrambi gli Emisferi del Pianeta. Tuttavia, nonostante questa piccola inversione di tendenza, è doveroso sottolineare che le anomalie termiche ai Tropici sono continuate a diminuire, passando dai +0,48°C di giugno ai +0,42°C di luglio. Naturalmente, è innegabile in tal senso il contributo della Niña, che dovrebbe aiutare nei prossimi mesi a dissipare gradualmente le anomalie termiche, non solo quelle delle zone tropicali ed equatoriali.
Il lieve aumento termico globale di luglio trova conferme anche in base ai primi dati del Remote Sensing Systems, con scarto di +0,61°C contro i +0,535°C di giugno. L’unico parametro in diminuzione si conferma quello delle zone tropicali, grazie al contributo del raffreddamento delle acque del Pacifico (conseguenza del fenomeno già in atto, come già anticipato prima, della Niña), ma ha registrato una parziale flessione anche l’Antartide (luglio ha fatto registrate temperature invernali da record sulla base di Concordia).