MARZO ESTREMO – Mai come quest’anno la nomea di “marzo pazzerello” ben si addice a quanto abbiamo visto verificarsi durante le ultime settimane: il mese che si è appena concluso ha avuto caratteristiche da un lato particolarmente fredde (sul Centro-Nord Europa) e dall’altro lato molto piovose (sul comparto mediterraneo), in quanto le perturbazioni atlantiche non hanno quasi mai dato tregua e l’Italia ne ha pagato appieno le conseguenze. Questa situazione è stata eccezionale per entità e persistenza, dato che non vi sono stati sostanziali cambi di regime nel corso di tutto marzo: la colpa va attribuita ad un Vortice Polare molto debole in sede artica, dove si è così formato un anticiclone che ha costretto i noccioli gelidi a stazionare a latitudini più basse del normale. L’interessamento diretto dell’Europa è stato ulteriormente esaltato dalla zona di con forti anomalie bariche positive (anticiclone) tra la Groenlandia, l’Islanda, la Scozia ed il Mar di Norvegia: mix quanto mai perfetto per veicolare l’aria artica in sede europea, dove a medie-alte latitudini ha assunto connotati di particolare persistenza raffreddandosi al suolo nonostante la stagione avanzata.
ANOMALIE TERMICHE, INVERNO IN OLTRE MEZZA EUROPA – La presenza anticiclonica ed i flussi molto freddi sulla parte centro-settentrionale del Continente hanno costretto le perturbazioni atlantiche per tutto marzo a transitare a latitudini piuttosto basse, interessando costantemente l’area mediterranea ed evitando così qualsiasi dominio, anche breve, di campi anticiclonici. Ci sono stati solo brevi intervalli fra una perturbazione e l’altra e la conseguenza è stata che l’Italia ha beneficiato di precipitazioni così abbondanti da risultare mediamente superiori al doppio rispetto a quelle che cadono di norma. L’Italia si è trovata spesso nel mezzo fra l’aria gelida nord-europea e quella molto più mite oceanica e ciò ha ulteriormente esaltato le condizioni perturbate: lo si evince chiaramente dalla mappa sottostante, con le regioni settentrionali che hanno risentito maggiormente della circolazione d’aria fredda artica. La perseveranza delle masse d’aria fredda ha prodotto in gran parte del Centro-Nord Europa le eccezionali anomalie termiche che hanno di fatto determinato uno dei mesi di marzo più rigidi ed invernali degli ultimi decenni.