Tra l’Emilia nord-orientale, il Veneto sud-occidentale e la Lombardia sud-orientale, in quel territorio racchiuso a nord dal corso dell’Adige, a sud da quello del Reno e attraversato longitudinalmente dal Po e trasversalmente dai suoi affluenti che giungono dalle Alpi (Oglio e Mincio) o dall’Appennino (Secchia e Panaro), si generano talvolta in estate condizioni di fortissimo disagio fisico, tra le maggiori che si riscontrano nell’intera nazione italiana, dovute alla commistione tra temperatura, umidità e scarsa ventilazione.
Proprio la presenza di così tanti corsi d’acqua naturali, ma anche creati dall’uomo in un tempo in cui le vie d’acqua erano le più sicure e veloci per il trasporto di merci e persone, l’essere al centro di una grande pianura con la conseguente distanza da qualsiasi rilievo in grado, grazie alle forzanti orografiche, di smuovere un po’ l’aria, e ad est la presenza di un mare Adriatico incapace di far arrivare le sue brezze fino a questa zona, ma in grado invece di offrire un ulteriore contributo di umidità, concorrono a creare quelle condizioni di grande afa a cui abbiamo prima accennato.
Nelle ultime estati le occasioni per queste condizioni di estremo disagio si sono moltiplicate. Le invasioni di aria africana si sono fatte più frequenti, spesso le temperature massime diurne varcano la soglia dei 35 gradi, ma non a scapito di un abbassamento dei tassi d’umidità, tutt’altro, insieme alle temperature si sono alzati anche i dew point (punto di rugiada, la temperatura alla quale l’aria si satura di umidità) ovverosia l’umidità assoluta.
Ne stiamo avendo una prova in questi giorni. Da circa una settimana tutta la zona è caratterizzata da temperature massime di 35/38°C con dew point non di rado sopra la soglia dei 20 gradi ma da ieri, complice il richiamo umido pre-frontale per l’approssimarsi della perturbazione atlantica, i tassi di umidità si sono ulteriormente alzati, raggiungendo nel tardo pomeriggio valori di dew point fino a 25/26°C e indici di calore ben oltre i 40 gradi.
Durante la notte si è avuto un calo delle temperature e dei dew point, rimanendo sempre altissima l’umidità relativa, e arrivando alla saturazione nella zona ad est di Ferrara, con la conseguente formazione di nebbie e foschie, ma di prima mattina, appena esce il sole, ecco che l’afa cresce ancor di più e si ritorna a quei dew point equatoriali che già si erano avuti la sera precedente.
Ferrara e più ad est nella stessa provincia Mezzogoro, Novellara nel nord reggiano, Rivalta sul Mincio nel mantovano, Merlara nell’estremo ovest padovano, Adria nel rodigino, Cavarzere nel veneziano, sono tutte località dove tra ieri e oggi il calcolo degli indici di calore ha superato la soglia dei 40 gradi, raggiungendo picchi di 43/44°C, ma sono solo esempi di una zona ben più ampia contraddistinta da queste condizioni di caldo ed umido asfissiante.