Probabilmente, girovagando qua e là per la rete, avrete reperito recenti notizie sul rischio – concreto – che anche le coste dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo possano essere interessate dal maremoto. O Tsunami, se preferite. E l’Italia, purtroppo, vi rientrerebbe a pieno titolo.
Il Giappone, è vero, appare lontanissimo. A vedere certe immagini televisive ci si è stretto il cuore. Ma in quanti, realmente, si sono domandati se da noi potrebbe mai accadere qualcosa di simile? Forse pochi, magari nessuno. Eppure, in varie trasmissioni televisive, autorevoli geologi mettevano in guardia chi di dovere dal rischio che eventi di questo genere possano verificarsi sulle nostre coste.
La ragione? Avete mai sentito nominare il vulcano Marsili? Fu scoperto all’inizio del ventesimo secolo ed è situato nel tratto di mare compreso tra Sicilia, Campania e Calabria. Si tratta di un vulcano sottomarino di enormi dimensioni, tanto da essere considerato il più grande d’Europa. Alto circa 3000 m, giunge con la sua cima a 450 m dalla superficie del mare. Immaginate l’Etna. Bene, come altitudine ci siamo, ma il Marsili ha una superficie decisamente superiore.
Enzo Boschi, uno dei più grandi esperti italiani in materia, circa un anno fa mise in guardia dal rischio altissimo di eruzione. Qualora dovesse verificarsi, le conseguenze sarebbero gravissime. Anche a livello climatico.
Lo scetticismo non serve. L’Italia, insieme alla Grecia e alla Turchia, ha una sua storia in tema di maremoti. L’ultimo, per intenderci, avvenne il 30 Dicembre del 2002 a seguito dell’irruzione dello Stromboli. Nella zona denominata la Sciara del Fuoco si verificò un’imponente frana e lo scivolamento in mare determinò la formazione di un’onda anomala.
Esiste, tra l’altro, un catalogo dei maremoti. Dandogli un rapido sguardo, emergono 72 eventi rilevanti e la maggior parte verificatisi nel corso degli ultimi 400 anni.
E’ giusto sottolineare che l’Italia si troverebbe del tutto impreparata ad affrontare eventi di tal tipo. Anzitutto per la mancanza di strutture in grado di sopportare un eventuale tsunami. In secondo luogo perché manca un sistema d’allarme locale – salvo su Stromboli – atto a evacuare la popolazione in tempi ragionevoli.
Chi volesse prender visione del “catalogo dei maremoti”, può reperirlo al seguente link:
https://roma2.rm.ingv.it/it/risorse/banche_dati/27/il_catalogo_dei_maremoti_italian