Un titolo, quello odierno, che rappresenta l’idea di molti circa una stagione invernale avara di bianche soddisfazioni. Eppure, uscendo da una visione patriottica, quello che sta per concludersi è stato un inverno capace di far battere i denti a molte regioni del continente europeo. Ed anche questi giorni, se osserviamo il tempo che fa, sembra di vivere un periodo di piena maturità stagionale. Il freddo attanaglia l’Europa Centro occidentale, con influenze più o meno dirette sulla nostra Penisola.
Tuttavia, come detto precedentemente, analizzando attentamente il percorso che ci ha condotto fino ad oggi, è lecito affermare che per tanti si è trattato di un inverno povero di soddisfazioni, una stagione di sofferenza. Come ogni anno ci si perde nell’osservare infinite soluzioni modellistiche, spesso acclamanti gelidi scenari in seno al bacino del Mediterraneo.
Ma a differenza di stagioni passate, il 2006 ha proposto situazioni particolari, tali che, con un pizzico di fortuna in più, avremmo dovuto scrivere una nuova pagina della storia. Si pensi ad esempio alla presenza di un forte anticiclone Russo-Siberiano, più volte posizionato oltre gli Urali, capace di portare due distinte pesanti ondate di gelo sulla Russia Europea. O ancora al forte surriscaldamento della Stratosfera, in propagazione verso i piani bassi dell’Atmosfera, che avrebbe dovuto portare alla formazione di un possente anticiclone polare, con conseguente demolizione del Vortice Polare in minimi gelidi a spasso per l’Europa.
Fattori, soprattutto il primo, che hanno determinato periodi assai freddi in molte zone d’Europa, laddove sono stati abbattuti record termici, verso il basso, che risalivano al mitico 1985. Ad onor del vero va detto che, seppure episodicamente, l’inverno passato ha portato la grande neve sulle regioni del Nord. Un fenomeno che mancava da troppi anni, laddove invece era più facile che ciò accadesse. E se si analizzano le cause che hanno portato a tali fenomeni, risulta evidente quanto abbiano avuto importanza le fredde correnti orientali, seppure interessanti direttamente Balcani, Grecia e Turchia.
Ciò che è mancato, rispetto agli ultimi anni, è la neve sulle regioni Centrali ed al Sud, specie il lato Adriatico, laddove ci si era abituati a copiose nevicate allorquando i nuclei gelidi si addossavano in prossimità dei vicini Balcani. È stato freddo, ma solo episodicamente. Tuttavia è bene ricordarsi che l’Italia non è la Russia. Il freddo non rappresenta la normalità climatica, e quando si presenta forte e persistente segna qualcosa di eccezionale.
Ecco perché l’inverno può essere definito come “illusorio”. Per le occasioni mancate, certamente. Ma anche perché segna puntualmente una stagione capace di alimentare i sogni di tutti gli amanti del freddo. Seppure consapevoli della difficoltà che la neve imbianchi il mite Mediterraneo, la speranza è sempre quella che l’eccezione divenga la norma. E se così non fosse, forse la meteorologia diverrebbe una scienza fredda e disinteressata. Ma così, per fortuna, non sarà mai.