Era da tempo che volevo scrivere un’editoriale che sottolineasse come siamo interessati da settimane da un’espansione assurda del Vortice Polare verso Sud. Mi direte che il freddo che abbiamo non ha assunto alcuna rilevanza eccezionale. Infatti le correnti di natura artico marittima, non possono essere mai gelidissime, e competere con le temperature prodotte dalle irruzioni di aria artica che attraverso terre emerse e ancor meno con quelle di origine siberiana.
Nel Nord America e in Asia, il permanere di una figura di Bassa Pressione di origine polare come quella che abbiamo da tempo in Europa, provocherebbe gelo record e tempeste di neve.
-Su queste zone l’aria fredda giungerebbe dal Polo senza poi riscaldarsi nelle tiepide acque del Mare di Norvegia, o dell’Artico europeo, che beneficiano della Corrente del Golfo, e che comunque, anche in assenza di questa (si parla di un blocco della Corrente del Golfo, che tuttavia non c’entra nulla con la situazione attuale e quella prevista), non sarebbero mai fredde come il Nord America o l’Asia.
L’Europa è soggetta ad un’anomalia climatica paragonabile a quelle che hanno, ma al contrario, provocato le assai note ondate di calore estivo di questi ultimi anni. E’ in atto una situazione di blocco della circolazione atmosferica, e le proiezioni a medio e lungo termine non vedono molte novità, se non un aggravamento della situazione meteorologica per il combinarsi di due effetti:
l’aria fredda di origine artica transiterà in regioni continentali che si vanno in questi giorni raffreddando; nel Mar Mediterraneo si formeranno aree di Bassa Pressione che attiveranno sistemi nuvolosi forieri di precipitazioni.
Avremo un peggioramento generale del tempo su buona parte d’Italia, e non solo nelle regioni dell’adriatico, in quando l’aria fredda che giungerà, sarà comunque artica, ovvero sarà di elevato spessore, quindi in grado di scavalcare Alpi e Appennini e travasare i suoi effetti anche sulle regioni tirreniche, in Val Padana, giungere fino alle coste del Nord Africa.
Siamo ormai alla fine dell’inverno meteorologico, e le nevicate che si potranno verificare, rammentano quelle della fine febbraio, primi di marzo 1971.
A tal proposito, desidero sottolineare che in una previsione del tempo, non è consigliato fare paragoni con eventi del passato, ma quest’articolo non è un bollettino meteo, ma esclusivamente l’espressione di una serie di considerazioni che si basano sulla lettura delle linee di tendenza indicate dai modelli matematici di previsione.
Nel periodo sopraccitato (1971), si ebbero le peggiori condizioni meteorologiche di tutta la stagione invernale, con ragguardevoli nevicate anche in pianura.
A Roma caddero circa 18 centrimetri di neve (fu una delle maggiori nevicate del secolo). Nevicò copiosamente a Genova, a Napoli, nevicò a Cagliari e ovviamente su tutta l’Italia centrale, la Valle Padana, le regioni adriatiche meridionali.
Fu un evento che possiamo definire storico, sempre intendendo questo termine come detto in premessa, ovvero evento rilevante, e nei prossimi giorni, se le proiezioni dei modelli matematici saranno confermate, avremo grande neve e freddo, con temperature fortemente più basse delle medie.
Insomma, appare probabile un gran finale d’inverno con il “botto”, ovvero con un evento estremo, anche se temo che marzo ci potrebbe riservare altre stranezze: il clima dal 1971 ad oggi è cambiato sensibilmente.
I miei timori sono che le condizioni di tempo ostile, con frequenti nevicate si protraggano per buona parte della prima decade di marzo.
In ciò non vi sarebbe nulla di eccezionale, se non che il periodo meteorologico in corso, è figlio della persistenza di eventi meteorologici, ovvero di situazioni che potrebbero alla lunga, divenire pericolose, esempio come lunghe fasi di caldo e siccità, oppure di piogge abbondanti.