ATLANTICO NON SFONDA – Gli avvenimenti meteo degli ultimi giorni hanno tracciato un solco profondo rispetto al contesto che ha predominato nelle prime due decadi d’ottobre. Il tepore quasi estivo ha lasciato il posto ai primi brividi di freddo. Ora infatti è cambiata la posizione dei principali attori barici: l’anticiclone sub-tropicale si è ritirato ad ovest, mentre tra i Balcani ed il Mediterraneo Centro-Orientale agisce un ampio vortice freddo instabile destinato a mantenersi protagonista ancora a lungo. In compenso, il flusso perturbato atlantico continua a vacillare e fatica ad imporsi: dopo il breve blitz, che ha portato all’isolamento del nucleo depressionario tra Egeo e Ionio, le perturbazioni hanno ripreso a seguire una rotta decisamente settentrionale come mostra il Satellite. L’entrata dei fronti verso il Vecchio Continente è ostacolata anche dall’anticiclone russo continentale, che sta favorendo gelo crescente sulle nazioni orientali.
ITALIA ANCORA DIVISA IN DUE – Il grosso del maltempo si è ormai localizzato sulle vicine zone balcaniche, battute da precipitazioni intense e nevicate localmente a quote basse. Tuttavia, anche i versanti orientali della nostra Penisola hanno continuato a risentire appieno del flusso freddo instabile richiamato proprio dai Balcani. Ulteriori precipitazioni hanno quindi interessato le regioni centrali adriatiche e l’immediato entroterra, con spruzzate di neve lungo i rilievi appenninici in genere al di sopra dei 1300-1400 metri. L’instabilità ha poi coinvolto quasi tutto il Sud, con rovesci anche forti sul nord della Sicilia (la neve è tornata abbondante sull’Etna, leggi qui) e sulla Calabria tirrenica meridionale. Le temperature sono scese ulteriormente, assestandosi al di sotto delle medie. Ben diversa la situazione sulle regioni settentrionali, lungo il medio-alto versante tirrenico e la Sardegna: in queste aree il clima diurno si è mantenuto ancora mite.
EVOLUZIONE FINE SETTIMANA – E’ un’Italia capovolta dal punto di vista termico, con mitezza al Nord e freddo al Sud. Queste differenze tenderanno un po’ a smorzarsi anche nel week-end, anche se saranno sempre le regioni meridionali quelle maggiormente penalizzate dall’instabilità.