Un parziale cedimento barico è in atto sulle nazioni occidentali europee, ove è cresciuto pertanto l’afflusso d’aria più fresca ed instabile convogliata da una profonda depressione atlantica. Fin dalla serata di ieri forti temporali si sono scatenati su parte della Francia, coinvolgendo in mattinata la stessa Parigi. Le correnti di provenienza oceanica hanno fatto spostare un po’ più ad est la morsa dell’anticiclone, ma una striscia di temporali (convergenza fra masse d’aria diverse) s’intravede ben organizzata dalle Alpi Svizzeri verso l’ovest della Germania ed il Benelux. Non è questo l’unico elemento di disturbo al prevalente dominio anticiclonico sull’Europa, in quanto una vivace instabilità è presente su parte del comparto balcanico-danubiano a causa della presenza di una goccia fredda in quota.
La linea temporalesca, che divide quasi in due l’Europa, evidenzia una forte demarcazione fra le correnti più fresche atlantiche e quelle più roventi sub-tropicali: rispetto alla giornata di ieri, una decisa rinfrescata ha infatti investito la Francia (ad esclusione delle aree meridionali e delle coste affacciate al Mediterraneo) con Parigi che, interessata peraltro da un forte temporale, ha perso oltre 10 gradi rispetto a circa 24 ore fa (rammentiamo ieri la punta di circa 35 gradi a Le Bourget). Poco nulla è invece cambiato sulla Germania, autentica regina del caldo rovente con ben 35 gradi misurati a Francoforte e 36 gradi a Osnabruck. La bolla calda è risalita fin sulla Danimarca, con frequenti punte oltre i 30 gradi.
Il campo anticiclonico, traslato verso est, ha intensificato i propri effetti anche sul cuore del Mediterraneo e quindi sull’Italia: l’accresciuta alimentazione di aria calda nord-africana in quota, oltre a determinare un ulteriore incremento delle temperature, ha attenuato quei refoli d’aria fresca in quota responsabili di frequenti temporali nei giorni che ci siamo lasciati alle spalle. Al momento, i temporali sono infatti più circoscritti e quasi tutti riconducibili ad eventi locali attribuibili al picco di calore diurno: solo sull’Appennino Calabro ed a ridosso delle Alpi Occidentali si stanno verificando episodi temporaleschi un po’ più organizzati.