In un inverno come quello in corso, caratterizzato finora dal dominio di situazioni prevalentemente altopressorie poco consone alla stagione e con regime pluviometrico davvero mal distribuito, ecco che l’intrusione d’aria d’estrazione artica in seno a una saccatura perturbata riesce ad assumere la sua degna importanza.
L’ingresso così deciso, che ha fatto seguito ad un lungo predominio degli Anticicloni che perdurava da prima di Natale, ha fatto piuttosto notizia, anche perché gli eventi che si sono succeduti non sono stati di poco conto, in quanto il contrasto con le masse d’aria pre-esistenti è stato esplosivo.
E così anzitutto l’enorme divario barico, dovuto alla persistenza della potente Alta Pressione sulla Spagna, ha innescato fortissimi venti in prevalenza di maestrale su gran parte delle nostre regioni, che hanno causato disagi e danni specie nel settore della navigazione marittima.
Inoltre, si è fatta vedere la neve a quote anche collinari sull’Appennino centro-meridionale, con accumuli variabili e di maggiore rilievo sulle regioni adriatiche: le situazioni con aria artica particolarmente rigida alle quote superiori (nocciolo di -35°C a 500 hPa) dell’atmosfera sono le più favorevoli alla discesa della quote neve anche di varie centinaia di metri al di sotto del livello dello zero termico.
Come previsto, in pianura e sulle coste non sono certo mancate diffuse grandinate e manifestazioni temporalesche. Sono situazioni che ricordano le prime irruzioni invernali o i cosiddetti colpi di coda d’inizio primavera, e invece siamo nel cuore dell’inverno alle prese con una situazione sicuramente anomala.
Fra le maggiori anomalie, l’assenza di neve naturale significativa sulle nostre Alpi. La saccatura in transito ieri non ha certo causato nevicate di rilievo sui nostri versanti montuosi, mentre maggiori nevicate hanno imperversato sui versanti esteri, meglio esposti al flusso nord-occidentale.
Ora la situazione procede verso un rapido miglioramento, per via del nuovo abbraccio Anticiclonico, che tende progressivamente a spingere verso est la depressione che ancora insiste col suo carico d’instabilità, vento ed aria assai fredda in quota sulle regioni meridionali.
Al nord è tornato il bel tempo, con temperature su livelli persino quasi primaverili, per l’effetto di residue correnti favoniche in attenuazione. Basti citare i 14 gradi di Bergamo e i 15 di Milano, molto mite anche in Liguria con 16 gradi a Genova, pur con l’attenuazione della forte tramontana.
La maggiore instabilità perturbata insiste sulla Sicilia, ove sono ancora in atto forti temporali, che favoriscono la discesa ulteriore della quota neve fino al di sotto degli 800 metri. Nevica intensamente in provincia di Enna, sui Nebrodi e sulle Madonie.
Passando brevemente all’evoluzione, il nuovo tentativo dell’Anticiclone di mettere in cassaforte tutta l’Italia, non avrà gran successo. Infatti una debole onda oceanica al momento è riscontrabile nei pressi del golfo di Biscaglia, e domani avanzerà verso est, con la formazione della consueta depressione orografica sul mar Ligure.
La suddetta onda oceanica sarà caratterizzata dall’arrivo d’aria decisamente più mite ed umida oceanica, e dunque il nuovo peggioramento in arrivo fra domani e venerdì sarà ben più modesto, e con precipitazioni isolate che andranno ad interessare una buona parte del versante tirrenico.
A seguire, l’Anticiclone tornerà a rafforzarsi, con una componente sub-tropicale in intensificazione sul medio termine, che andrà a contrapporsi al tentativo di affondi depressionari atlantici operati da un Vortice Polare sempre instancabile, in direzione della Penisola Iberica e del Mediterraneo occidentale.