L’Alta Pressione di matrice oceanica si va riproponendo con forza sull’Europa occidentale e in parte sul Mediterraneo centro-occidentale, ad eccezione della Penisola Iberica, ove permane un vortice depressionario figlio della discesa d’aria artica della scorsa settimana.
Anticiclone oceanico che non preme verso oriente, così che sull’Europa dell’est il clima appare decisamente più rigido, per l’influenza del serbatoio gelido presente tra Scandinavia e Russia occidentale.
Sul nostro territorio il campo di pressioni non è particolarmente forte a tutte le quote, e l’influenza di un flusso umido occidentale nei bassi strati ha generato facilmente della nuvolosità principalmente lungo il versante Tirrenico, la Liguria e la Sardegna, senza provocare precipitazioni di rilievo.
L’influenza di tale scorrimento d’aria più umida, ove si insinua anche un corpo nuvoloso che dalle coste nord-africane tende ad avvicinarsi alle isole maggiori, ha favorito un generale calo della pressione, ma anche un contestuale aumento termico, in particolare per quanto concerne le minime della scorsa notte, a seguito delle diffuse gelate delle notti precedenti.
L’ammasso nuvoloso sul nord Africa costituisce la parte avanzata delle umide correnti meridionali richiamate dalla Depressione iberica sempre piuttosto attiva, con perno principale in quota sul Portogallo. Nei prossimi giorni l’influenza di tale area debolmente perturbata si farà via via più evidente specie sulle isole maggiori, ma i modelli matematici non chiariscono ancora bene la reale portata di tale disturbo instabile.
Quel che pare certo è che le temperature tenderanno ulteriormente ad addolcirsi specie al sud e sulla Sicilia, ove permane ancora l’eredità della modesta irruzione fredda giunta sul finire della settimana che si è appena conclusa.
Diverso il discorso per quanto concerne le regioni settentrionali italiane, ove la ripresa termica è già in atto da vari giorni, e quest’oggi, nelle zone risparmiate da nebbie da inversione termica e interessate da deboli effetti favonici, le temperature sono salite decisamente sopra la media, su valori massimi diurni diffusamente oltre i 10 gradi.
La recente irruzione fredda sembra comunque aver creato i presupposti per un significativo cambiamento che potrebbe venire presto alla luce ad inizio Febbraio, maggiormente ispirato a scenari tipicamente invernali anche per l’area euro-mediterranea. Tutto inizierà da un probabile progressivo raffreddamento sul finire della settimana in corso, con flusso di correnti nord-orientali.
Il breve biltz invernale della scorsa settimana potrebbe dunque non essere ridotto a una semplice comparsa, ma un’anticipazione di un inverno volenteroso di risvegliarsi in extremis, dopo un lungo letargo. Nel frattempo, ci ritroviamo nuovamente in compagnia dell’Anticiclone, questa è la realtà con un mese di Gennaio che va a chiudersi nel complesso eccezionalmente caldo.
Non solo i picchi termici straordinari avuti a cavallo fra la seconda e la terza decade del mese, ma anche dal punto di vista delle medie termiche generali, l’anomalia di questo Gennaio 2007 non ha precedenti negli ultimi 55 anni, se non oltre.
Rispetto alla media di riferimento del trentennio ’61-90, Gennaio è stato più caldo di circa 3 gradi: un’enormità davvero, con maggior scarto rispetto alla media sulle zone dell’Italia nord-occidentale (mediamente oltre 4 gradi rispetto alla media), mentre anomalie leggermente più contenute sulle isole maggiori, ove l’anomalia calda è di “soli” 2 gradi.
Pur in epoca di riscaldamento globale, un Gennaio così caldo rappresenta una novità per quanto riguarda gli ultimi anni. Ad esempio, appena l’anno scorso il primo mese dell’anno era stato persino più freddo della media climatica di riferimento (anni 60-90) di circa 1 grado.