Le conseguenze dei nubifragi del week-end sono ancora vive, Milano si lecca le ferite: sulla zona di Niguarda, a distanza di due giorni dal diluvio, è caos totale per via dei danni nelle stazioni della metropolitana e sulla rete tranviaria, causati dall’esondazione del fiume Seveso. Per fortuna una significativa rimonta anticiclonica ha stoppato le perturbazioni dall’Atlantico, costrette ora a scorrere nuovamente su latitudini medio-alte dell’Europa.
Le propaggini dell’alta pressione afromediterranea sono infatti sopraggiunte anche a nord delle Alpi ricoprendo così parte delle terre centro-occidentali del Continente, mentre tra la Penisola Iberica, il Mediterraneo Occidentale e l’Africa Settentrionale notiamo un vasto ammasso perturbato, collegato ad un’onda ciclonica d’estrazione oceanica: per quanto possa apparire minaccioso, esso è costituito da nubi in prevalenza medio-alte innocue e solo sulla Spagna si trova la parte più attiva del fronte con associati frequenti temporali.
L’avanzata del fronte perturbato verso l’Italia verrà opportunamente rallentata dal muro anticiclonico, pertanto non vi è nessuna minaccia di peggioramento per il nostro territorio e solo le Alpi occidentale saranno lambite dal bordo periferico dell’onda instabile. Tuttavia, le nubi cirriformi e stratiformi, che già lambiscono la Sardegna, riusciranno a mantenersi in parte integre nel dominio anticiclonico, riuscendo a velare il cielo in molte zone del nostro Paese (soprattutto i versanti di ponente e le Isole Maggiori), trasportate da un flusso di correnti relativamente calde in quota da sud/ovest.