Si è ormai aperto un periodo decisamente più stabile e dal clima decisamente mite, ma almeno all’estremo Sud resta ancora aperta la ferita indotta dalla forte ondata di maltempo che ha portato piogge estremamente abbondanti nelle ultime 48 ore. Il grosso della perturbazione è ormai passato e le ultime residue precipitazioni stanno per cedere spazio definitivamente alle schiarite. In Calabria, sul catanzarese (zona del versante ionico assai soggetta alle grandi piogge da flussi da est e sud/est) sono localmente caduti, nella sola giornata del 22 febbraio, 300 millimetri, con totali complessivi della fase perturbata non lontani dai 400 millimetri.
Ora si è in piena fase di convalescenza e le condizioni meteo stanno per guarire completamente, grazie allo spostamento più a sud del vortice mediterraneo, sul Mar Libico, che ormai ha perso parecchia forza. Il maltempo estremo ha coinvolto anche la Tunisia, con inondazioni in diverse zone. I residui perturbati, nelle ultime ore, hanno portato ulteriori piogge tra il Salento e parte della Calabria ionica, specie nel cosentino e zone interne appenniniche. Nelle zone più alte di montagna, al di sopra dei 1600 metri, è caduta tantissima neve in tutti questi giorni soprattutto sui versanti più esposti al flusso orientale: 25 escursionisti sono ancora bloccati nel rifugio La Sapienza (versante sud dell’Etna), che resta irraggiungibile per l’eccessiva neve caduta.
L’instabilità è alle battute finali, con il resto d’Italia che già da qualche giorno risente della crescente influenza di un campo di alta pressione. I massimi barici restano collocati un po’ ad ovest, ma avanzeranno gradualmente in questi prossimi giorni, consentendo un ulteriore incremento delle temperature. Nelle ore centrali del giorno la colonnina di mercurio ha registrato le punte termiche più elevate in Toscana e Lazio, con 21 gradi a Firenze e 19 a Guidonia. Oltre al soleggiamento, ha inciso il fatto di trovarsi sottovento rispetto alla componente di correnti nord/orientali. Lo dimostra anche la differenza con le regioni adriatiche, dove difficilmente si sono superati i 12-13 gradi su zone costiere e pianeggianti.