Novembre si sta chiudendo, sul Mediterraneo Centro-Occidentale, in compagnia di una vigorosa perturbazione nord-atlantica, che ha definitivamente chiuso il lungo capitolo anticiclonico che s’era letteralmente divorato una gran fetta del mese. L’assalto perturbato è guidato da un’ampia saccatura che è sprofondata fino alle nostre latitudini, coadiuvata da un’energica discesa di correnti fredde ed instabili d’origine artica.
Il Satellite pone chiaramente in evidenza il flusso di correnti artiche che compie un lungo tragitto dal Mare di Norvegia verso il Mare del Nord, le Isole Britanniche ed il Golfo di Guascogna. Tramite questo ampio giro, l’aria fredda si sta ora iniziando a gettare dalla Penisola Iberica verso il Mediterraneo Occidentale, contribuendo così ad accentuare gli aspri contrasti termici che mantengono così attivo il lungo fronte perturbato. Una parte dell’aria fredda sta premendo sull’Arco Alpino occidentale, producendo già un’importante differenza termica fra i due versanti alpini, con il crollo della quota neve sulla Svizzera: fiocchi scendono anche a Zurigo e Berna.
L’affondo della saccatura fin verso l’entroterra algero-marocchino è andato inevitabilmente a pescare correnti mitissime d’estrazione africana, convogliandole verso l’Italia: venti tiepidi sciroccali hanno in particolare interessato il Meridione e le zone affacciate sul versante adriatico, con temperature che hanno sovente sfiorato i 20 gradi persino sui litorali emiliano-romagnoli. Va detto che sulle zone centro-settentrionali adriatiche simili valori termici si sono potuti raggiungere sia per l’assenza di precipitazioni che per l’effetto dei venti di caduta dalle vette appenniniche. Il forte vento di Scirocco, che ha solcato l’Adriatico, ha portato l’acqua alta sulla Laguna Veneta che, come previsto da giorni, ha raggiunto il livello notevole di 131 centimetri sul medio mare, allagando oltre il 40% del suolo urbano.
La parte più attiva della perturbazione si trova dunque ancora disposta sul Nord Italia, sulla Sardegna e sulle regioni centro-settentrionali tirreniche. Le forti precipitazioni sono state accompagnate da un flusso molto intenso di correnti perturbate sud/occidentali. Il maltempo ha colpito con particolare vigore in Liguria, con accumuli particolarmente ingenti e punte fino a 200 millimetri sull’entroterra genovese. Inizialmente la fenomenologia più intensa si è concentrata sulle zone centro-occidentali, mentre nelle ultime ore è stata la Riviera di Levante maggiormente colpita dalle precipitazioni più rilevanti.
Maltempo estremamente cattivo anche in Lunigiana ed a ridosso della fascia prealpina centro-orientale, con particolare riferimento al Friuli Venezia Giulia dove i pluviometri stanno salendo rapidamente. La quota neve, in attesa dell’ingresso delle correnti più fredde, si è attestata tra i 1000 ed i 1500 metri sulle zone alpine centro-occidentali, anche se non sono mancati sconfinamenti nevosi a quote più basse sul cuneese. Sulla catena alpina orientale, più esposta alla risalita calda sciroccale, il livello delle nevicate è rimasto più alto, attorno ai 1600/1800 metri.
Ora il peggioramento frontale ha raggiunto il Lazio e poi giungerà anche in Campania, dato che la perturbazione, per questo tipo di dinamica, continuerà a colpire con maggiore vigore i versanti tirrenici. L’aria fredda che incombe da ovest scaccerà via i miti venti meridionali e porterà sensazioni invernali nel corso delle prossime 24 ore, con la neve che potrà far visita anche alle zone appenniniche.