ATLANTICO RIALZA LA VOCE – I fronti perturbati oceanici hanno un po’ frenato la loro azione dirompente negli ultimi 10 giorni, rispetto al trend manifestato nel corso di tutto l’inverno. In particolare, sul comparto mediterraneo si è potuto godere di una tregua più efficace dal continuo viavai di perturbazioni, grazie alle espansioni di campi anticiclonici che hanno assai limitato il flusso umido e perturbato, trainando nel contempo correnti fin troppo calde per il periodo, con temperature decisamente anomale. Ora la situazione è mutata sull’Italia, grazie all’inserimento di un primo fronte perturbato, alimentato da aria più fresca oceanica, che ha costretto l’anticiclone africano a traslare verso levante. Inoltre, come possiamo apprezzare dal Meteosat, un nuovo più incisivo ammasso perturbato d’origine atlantica si osserva disteso sull’Ovest Europa, seguito da un flusso d’aria moderatamente fredda che va dilagando verso Regno Unito e coste nord-occidentali francesi.
PERTURBAZIONE SUL CENTRO-SUD ITALIA – Il sistema frontale, in lenta evoluzione sui mari italiani, ha concentrato la sua azione al Centro-Sud, con un tappeto di nubi piuttosto compatte associate a precipitazioni a sfondo temporalesco. I fenomeni più consistenti hanno riguardato il Centro Italia, mentre per quanto concerne il Sud saranno le prossime 24 ore a vedere giungere il grosso delle precipitazioni. L’arrivo della perturbazione ha comunque determinato una prima flessione termica anche al Meridione e sulle Isole Maggiori, tanto che in nessuna località si sono raggiunti o superati i 20 gradi. Si segnala invece un miglioramento al Nord, con ampi sprazzi di sereno soprattutto sulle regioni di Nord-Ovest, ove il clima diurno è risultato piuttosto mite per la presenza del soleggiamento. Nuvolaglia si è invece attardata al Nord-Est e soprattutto in Emilia Romagna, con ritorno della neve anche sotto i 1500 metri sull’Appennino Tosco-Emiliano.
FASE PIU’ MOVIMENTATA – La nuova perturbazione atlantica non entrerà direttamente sul Mediterraneo, ma la parte più attiva traslerà appena più a nord. La tendenza per fine mese sembra nuovamente improntata ad un trend nel complesso più perturbato, sebbene moderatamente freddo, non dissimile da quello avuto durante la terza decade di gennaio.