La corsa sfrenata delle depressioni nord-atlantiche continua a catalizzare lo scenario meteorologico alle alte latitudini: ci sono due distinte aree cicloniche molto profonde, la prima sul Mare di Norvegia con valori fin sotto i 950 hPa e la seconda al largo della Scozia dove si sono misurati circa 970 hPa. Entrambi i perni di bassa pressione convogliano fortissimi venti su Regno Unito e Norvegia, per il persistente fortissimo gradiente barico esercitato dalla contrapposizione con l’anticiclone slanciato sul Centro Europa. La furia del vento ha raggiunto intensità davvero tempestose, con punte di 180 km/h sulle Highlands e 151 km/h sui fiordi norvegesi.
L’anticiclone fa il bello ed il cattivo tempo e resiste senza grossi tentennamenti sull’Europa Centro-Meridionale: la tenuta appare ancora granitica e si basa proprio sulla spinta notevole del flusso atlantico che scorre a latitudini più elevate. Le aree interessate da nuvolosità sono quelle laddove si sono avute formazioni termiche ed inversioni termiche, con l’aria fredda intrappolata nei bassi strati come ormai accade in modo continuo da tantissimi giorni. Un debole sistema perturbato si è propagato su parte del Centro Europa, perdendo però consistenza a contatto con l’anticiclone. Leggermente più movimentata appare la situazione sul Mediterraneo, dove si è comunque quasi del tutto dissolta quell’area ciclonica d’origine africana che era ben strutturata in Sicilia.
Insidiose nubi si notano in particolare fra il Mar di Corsica ed il Mar Ligure e preannunciano l’attivazione di un leggero flusso d’aria umida, destinato a far sentire i primi effetti, già nelle prossime ore, a partire dalla Liguria e dall’Alta toscana. La lacuna instabile sul Basso Mediterraneo non ha interessato direttamente le due Isole Maggiori, per la sua posizione piuttosto malta, ma ha colpito con forza Malta dove ha determinato furiosi nubifragi nella giornata di lunedì. Per fortuna l’area ciclonica ha perso quasi tutta la sua energia ed è rimasta solo una residua nuvolaglia con qualche spunto temporalesco sul Canale di Sicilia, che ancora ha portato ripercussioni verso i versanti ionici dell’Isola.