La giornata peggiore come nelle attese, l’Italia è stata fortemente penalizzata dal maltempo in questa giornata di vigilia della Festività per il 150°Anniversario dell’Unità della Nazione. L’ira del maltempo si è materializzata con incisività perché la Penisola si è trovata pienamente esposta al ramo ascendente delle correnti innescate dal vortice in quota, posto in prossimità del Golfo del Leone.
Una cintura anticiclonica si è nel frattempo costruita sul Nord Europa, con massimi barici più importanti collocati sulla Scandinavia. Questo corridoio di alta pressione va ad isolare ulteriormente il “gocciolone perturbato” sul Mediterraneo, ancora in piena fase evolutiva e lontana dalla fase di decadimento. I cieli prevalentemente sgombri da nubi sull’Europa Settentrionale permettono di apprezzare la neve presente al suolo sulla Scozia e sulla Norvegia, derivante dalla fase fredda degli ultimi giorni.
Le correnti meridionali hanno trasportato aria molto calda dall’entroterra nord-africano con annesso pulviscolo sahariano in sospensione nell’atmosfera, che ha investito più direttamente le regioni meridionali e la Sicilia. I venti hanno toccato raffiche molto intense, superando addirittura i 100 km/h su Palermo, che è peraltro risultata la località dove si è raggiunta la temperatura più elevata, pari a ben 27 gradi.
Il capoluogo siciliano risente in pieno dell'”effetto di caduta” del vento sciroccale dai monti retrostanti, che accentua il riscaldamento. Oltre a Palermo, da annoverare i 24 gradi di Reggio Calabria ed i 22 gradi di Messina. Valori termici da piena primavera, nonostante il peggioramento meteo che ha portato rovesci e temporali su gran parte del Sud, seppure in forma irregolare. Il maltempo più corposo si è accanito sul Nord, anche perché gli stessi venti meridionali, impattando contro la catena alpina, hanno rincarato la dose delle precipitazioni.