Una circolazione marcatamente meridiana ha preso possesso del Continente Europeo, in seguito alla prorompente espansione, sul Vicino Atlantico, dell’alta pressione sub-tropicale atlantica verso nord, fin sull’Islanda ed il Mar di Norvegia. Questa forte risalita anticiclonica, oltre a chiudere irrimediabilmente la porta al flusso mite atlantico, ha dato avvio alla discesa di masse d’aria artiche lungo il bordo orientale di tale struttura anticiclonica, con l’affondo di una saccatura di bassa pressione sulla fascia centro-orientale europea, ancora alimentata da questo fiume di correnti fredde ed instabili.
Il respiro mite anticiclonico riesce a coinvolgere gran parte della fascia occidentale europea: in tal modo, mentre le nazioni dell’Europa Centro-Orientale sono improvvisamente piombate in una prematura fase invernale, sulla Penisola Iberica il clima resta ancora localmente tardo-estivo, con valori massimi capaci di raggiungere i 32 gradi a Siviglia ed a Moron. Va detto che invece le zone più settentrionali europee, già da circa due settimane, stanno risentendo di una serie d’impulsi freddi di natura artica: sulla Scandinavia il robusto cambio di circolazione si era già fatto sentire dall’inizio di Ottobre, ben prima di questo sviluppo di correnti per via così marcatamente meridiana.
Il nostro Paese risulta nella linea di netta demarcazione fra le due figure bariche di segno opposto e così il raffreddamento, pur coinvolgendo almeno in parte su tutte le regioni, si è fatto sentire in misura molto più efficace sulle regioni adriatiche e quest’oggi anche al Sud, per via della forma allungata ed un po’ obliqua dello Stivale.
Andando più nel dettaglio, il crollo termico è stato più rilevante in montagna, ove le variazioni termiche risultano essere in genere più brusche rispetto alle zone di pianura o costiere. D’altronde, la catena alpina ha fatto da barriera all’ingresso franco delle correnti fredde settentrionali: proprio l’azione di sbarramento dell’Arco Alpino appare ben evidente dall’immagine del Satellite, con le nubi addossate alle zone di confine, specie dell’Austria. I crinali altoatesini di confine, come spesso accade con questa circolazione fredda, fanno da spartiacque tra lo stau ed il foehn, con quest’ultimo che domina sui versanti italiani apportando cielo sereno ed aria tersa.
Escludendo dunque i disturbi nuvolosi appena citati in riferimento alle zone settentrionali alpine, su tutto il Nord domina il sereno e proprio l’abbondante soleggiamento ha consentito valori diurni miti in buona parte della Val Padana, con punte massime di 21-22 gradi. Scendendo più a sud lungo lo Stivale, troviamo una situazione in parte diversa con i versanti adriatici che risentono dell’azione delle correnti nord/orientali, con nuvolosità addossata alle zone orientali appenniniche dove si sono avute anche nevicate fino a quote attorno ai 1200 metri.
Le zone appenniniche e le regioni meridionali hanno risentito del cambiamento più robusto rispetto alla giornata di ieri, con temperature che sono crollate abbondantemente anche di oltre 10 gradi. Basti pensare alla Puglia, dove ieri pomeriggio si respirava ancora aria quasi tardo-estiva, mentre quest’oggi, sotto lo sferzare della Tramontana gelida, persino le località costiere hanno faticato a superare i 15-16 gradi. Un raffreddamento dalle proporzioni quasi invernale, mentre le Isole Maggiori hanno risentito molto meno dell’avvezione fredda e i valori massimi odierni hanno potuto così toccare o sfiorare i 25 gradi, valori tuttavia più bassi dei giorni scorsi. Questa ferita fredda ciclonica continuerà a restare aperta per tutta la settimana, anzi si rinvigorirà nuovamente, pertanto ci attendiamo un periodo di certo più freddo di quello tipico di metà Ottobre.