L’attività depressionaria oceanica, centrata sulle Isole Britanniche e protesa verso l’Atlantico Portoghese, continua a stimolare la risalita di un promontorio anticiclonico dalle radici nord-africane che colpisce direttamente l’Italia apportando condizioni soleggiate e temperature abbondantemente sopra la media stagionale.
Ben diversa la situazione invece sugli stati settentrionali del Continente Europeo, che seguitano ad essere direttamente interessati dalle perturbazioni legate al vortice depressionario, posizionato in vicinanza dell’Irlanda. Si hanno condizioni d’instabilità vivace tra le Isole Britanniche e la Penisola Scandinava con clima piuttosto fresco per il periodo, mentre la Francia, i Paesi Bassi e la Germania vengono interessati in misura solo periferica dal flusso umido proveniente dall’Atlantico.
Il resto del Continente è maggiormente assoggettato al prevalente dominio delle alte pressioni: tuttavia, come mostra la foto satellitare riferita a queste ore pomeridiane, non sono poche le strutture nuvolose temporalesche che si aggirano tra la Penisola Balcanica, la Grecia e la Turchia. A cosa è dovuta questa forte instabilità termoconvettiva che esplode nelle ore centrali del giorno? Anzitutto l’alta pressione non è così solida in quota e subisce delle infiltrazioni fresche provenienti dalla Russia, oltre all’aria instabile messa in moto dalla goccia fredda sul Mediterraneo Orientale.
I temporali più consistenti, localmente grandinigeni e con apporti pluviometrici abbondanti, si sono sviluppati in prossimità dei rilievi montuosi, soprattutto sui rilievi della Dalmazia e sulle Alpi della Transilvania, per poi sfondare nel pomeriggio anche sui settori pianeggianti limitrofi surriscaldati dalla precedente azione d’irraggiamento solare. Le celle temporalesche tra la Turchia e le Isole Greche sono invece dovuti all’area destabilizzante ciclonica, il cui perno si è spostato poco ad est dell’Isola di Creta.
Per l’Italia vi sono invece ben pochi elementi degni di nota ed anzi il progressivo rafforzamento del promontorio anticiclonico subtropicale ha limitato le formazioni temporalesche ad evoluzione diurna. Qualche nube temporalesca degna di nota si è prevalentemente sviluppata su alcuni settori appenninici, in particolare tra il Molise, il Basso Lazio e l’Appennino Campano. Qualche acquazzone molto localizzato ha interessato anche i rilievi al confine tra Lucania e Calabria, mentre rovesci hanno interessato anche le Alpi Orientali, sconfinando fin sulle zone pedemontane del Friuli.
Le temperature continuano nel frattempo a segnalare lievi aumenti, tanto che ormai su diverse località interne si raggiungono punte termiche massime che sarebbero normali a fine Giugno. Vanno segnalate quest’oggi le punte di 33 gradi sul Lazio, mentre gran parte dei settori costieri della Penisola hanno modo di beneficiare del relativo refrigerio apportato dalle brezze termiche marine.
Il caldo colpisce in misura notevole anche le montagne e l’anomalia termica in questo caso si fa sentire anche nelle ore notturne, con l’assenza di gelate fino a quote superiori ai 3000 metri d’altitudine. Ciò costituisce un’inevitabile sofferenza per la tanta neve accumulata durante il semestre freddo. Quest’anticipo d’estate così aggressivo non deve incutere timori sulle prospettive dei prossimi mesi, in quanto non sono le prime onde di calore di Maggio, per quanto notevoli, a decidere nulla sull’effettivo andamento stagionale del trimestre estivo.