Nel corso del pomeriggio di sabato 4 luglio si sono formate alcune celle temporalesche che hanno interessato in modo particolare Ferrara, Verona ed Arezzo.
La più colpita è stata la città Estense, dove si è avuto un lungo nubifragio tra il pomeriggio di sabato 4 luglio e la notte con domenica 5 luglio; esso è stato causa di estesi allagamenti, strade e autostrade trasformate in torrenti, tombini saltati e danni ingenti ad alcune infrastrutture. La cella temporalesca è andata autoalimentandosi per molte ore ed il totale di pioggia accumulata è stato di 61 litri per metro quadrato, il che significa, per Ferrara, un valore superiore a quella che, normalmente, dovrebbe essere la somma delle precipitazioni di tutto il mese di luglio.
Mi è stato chiesto se un fenomeno così intenso avrebbe potuto essere previsto con precisione. La risposta è no.
Sono temporali, pur nella loro intensità, estremamente circoscritti (basti pensare alle sole poche gocce che hanno interessato molti territori limitrofi a Ferrara), la cui scintilla d’innesco è frutto di molte variabili locali, le quali, anche una volta evidenziate, rendono molto difficile prevederne gli effetti e la durata, trattandosi di fenomeni molto dinamici, tanto in grado di autoalimentarsi con continui up e downdrafts, quanto di perdere rapidamente intensità e dissolversi nel giro di poco più di un’ora.
Nella tarda mattinata del 4 luglio l’energia in gioco nel ferrarese era molta (32°C e 65% di umidità) e la possibilità dello sviluppo di sistemi temporaleschi non era certo remota, seppur meno probabile rispetto ad i giorni precedenti a causa di un temporaneo promontorio anticiclonico sub-tropicale, che, evidentemente, non è stato sufficiente ad inibire o indebolire la termoconvettività.
Ferrara, negli ultimi 30 giorni, prima di questo nubifragio, aveva accumulato appena 26mm, uno tra i valori più bassi di tutta Italia.
Più o meno nelle stesse ore, due intense celle temporalesche distinte hanno interessato anche Verona, dove sono caduti 49.4mm, e Arezzo, località nella quale la pioggia caduta ammonta a ben 54mm. Anche in questi casi allagamenti diffusi e grossi disagi alla circolazione.
Molti i temporali che hanno colpito il Nord Italia anche nella giornata di domenica 5 luglio. In serata, in Piemonte, un’infiltrazione umida atlantica ha valicato le Alpi Occidentali dando luogo ad un enorme temporale multicella il quale, in fase di piena maturità, si è esteso dalla Liguria di Levante fino al confine tra Svizzera e Germania!
Alcune aree sono state investite da singole sotto-celle particolarmente violente, mentre altre zone, pur sempre interessate da questa complessa struttura convettiva, hanno avuto piogge di debole o moderata intensità.
Tra le zone più colpite troviamo la provincia di Torino e quella di Cuneo.
Nel torinese si segnalano i 51mm caduti in località Lago di Valsoera (Bacino Orco), dei quali 37.6 in un’ora, i 44mm di Poirino (40mm in 1 ora), i 45mm di Venaria (tutti in circa 1 ora) e soprattutto i 79mm di Pralomo, dei quali ben 66 sono piovuti meno di 60 minuti.
Nel cuneese spiccano, in particolar modo, i 38mm in un’ora a Costigliole, 40 in totale.
Nella notte e questa mattina (6 luglio), violenti nubifragi, legati alla cella piemontese in dissoluzione, hanno interessato la Liguria di Levante ed in particolar modo l’entroterra spezzino con diverse località che hanno accumulato 30/40mm di pioggia.
Tra i dati più significativi, circa questa provincia, troviamo i quasi 90mm (in circa due ore, fenomeno concluso da poco) di Piana Battolla (poco a nord di La Spezia) i 52mm di Sesta Godano ed i 48mm di Fornola. Accumuli similari anche nell’attiguo settore apuano, con 86 mm a Campagrina e 60 alle Cervaiole.
In queste ore, alcune nuove celle temporalesche stanno interessando la Lombardia ed il Veneto, in spostamento verso levante.