L’Inverno 2019-2020 passerà alla storia meteo climatica europea come uno dei più caldi di sempre. Abbiamo sviscerato l’argomento una miriade di volte, spiegandovi le cause di un trimestre che definire pessimo è pura utopia. Tutto si può ricondurre al Vortice Polare estremamente forte, un Vortice Polare che come ben sappiamo ha raggiunto livelli d’intensità record.
Record sgretolati dall’indice AO, mantenutosi costantemente positivo (estremamente positivo) così come la NAO. Ma c’è anche un altro modo per stimare la forza del Vortice Polare, ovvero tramite il cosiddetto indice NAM. Il grafico d’apertura ci dà un’idea di come, per la maggior parte della stagione, il Vortice sia stato decisamente forte collegandosi agevolmente con la troposfera e determinando in tal modo le nostre condizioni meteo climatiche invernali (ossia la sua mancanza). Nel mezzo abbiamo avuto qualche timida interruzione, ma non abbastanza incisiva da interrompere seriamente il condizionamento. A febbraio è andato addirittura in sovraperformance e le proiezioni ci dicono che dovrebbe continuare a girare a mille anche nelle prossime settimane.
Il secondo grafico, qui sotto, mostra le anomalie dell’altezza geopotenziale (pressione) partendo dal livello del suolo per arrivare alla media stratosfera. Anche in questo caso possiamo riscontrare un forte “accoppiamento”, il ché significa che la troposfera (ovvero dove osserviamo le nostre condizioni meteo) e la stratosfera erano collegate. Collegamento che è ancora più evidente dal record di positività dell’indice AO.
Ma ovviamente niente dura per sempre, neppure un Vortice Polare così forte. Ormai anche le regioni polari iniziano a riscaldarsi, significa che il regno incontrastato del Vortice è giunto al capolinea. Il processo può avvenire gradualmente oppure brutalmente, ad esempio con un improvviso riscaldamento. Il processo prende il nome di Final Warming (FW).
Quando si verificano episodi di riscaldamento stratosferico nel corso dell’inverno, il Vortice Polare di solito arriva in Primavera piuttosto debole. In questi casi il FW è più graduale e non ha alcun impatto significativo sul nostro tempo. Ma quando il Vortice Polare è forte, specialmente come quest’anno, il FW può essere piuttosto brusco o improvviso. Che vuole dire? Semplice, che esiste una maggiore probabilità che le dinamiche si propaghino verso il basso, ossia verso la troposfera infiltrandosi nella circolazione generale.
E’ per questo motivo che abbiamo non poche incertezze circa l’andamento stagionale primaverile. Il riscaldamento finale potrebbe avere un’influenza imprevedibile, riversandosi sulle condizioni meteo climatiche addirittura sino all’inizio dell’estate. E’ per questo motivo, infine, che stavolta non siamo così convinti di alcune autorevoli proiezioni modellistiche stagionali.