L’evoluzione, ora stagnante, nei prossimi giorni ed a partire da circa metà della settimana entrante, subirà diverse modifiche.
Si attenuano gradualmente le correnti meridionali calde che, a causa di un’ansa che sembra aprirsi sulla parte meridionale del Mediterraneo (settore sud orientale) darebbero agio alla saccatura del vortice polare di procedere verso levante in direzione del Mediterraneo centrale.
L’importanza di questa circolazione antioraria (ansa basso Mediterranea) assume un ruolo fondamentale nell’evoluzione e nel disegno barico sul nostro Paese. Essa fungerebbe da “catalizzatore” ad una depressione fredda in quota che, attraverso la Francia meridionale, andrebbe ad isolarsi proprio sulle nostre regioni centro settentrionali.
Ovviamente tale “nuova configurazione” non avrebbe caratteri di estrema rapidità, ma progressivi e sempre maggiormente incisivi sul tempo che “farà” sul nostro Paese.
Il tutto dovrebbe essere “riletto” attraverso una regressione (sblocco della situazione altopressoria attualmente presente tra le nostre regioni e quelle balcaniche) dell’anticiclone di matrice sub tropicale che riesce a “svincolarsi” dalla propria “matrice” e spingersi verso le aree della Russia centro settentrionale.
Qui si evidenzia un varco libero per l’ingresso di depressioni, gocce fredde, di origini nord atlantiche.
Come sopra esposto la prima “fautrice” di questo complesso “tassello evolutivo” viene ad identificarsi nella succitata “ansa” che darà modo ai due anticicloni (ad ovest quello atlantico, mentre ad est quello continentale) di “catturare” un nucleo freddo in quota, il quale dovrebbe generare una circolazione chiusa e perdurante (vortice) sulle nostre regioni.
Si suppone quindi una netta e marcata situazione di “cattivo tempo” – terzo step autunnale – proprio agli inizi del mese di Novembre.
Possiamo dire che la situazione di “blocco anticlonico” su levante viene a smantellarsi e nel comparto Europeo inizia una fase evolutiva sicuramente molto più interessante.
Uno “step by step” che ci porta, decisamente, nel cuore della stagione di transizione. Stagione che nelle più classiche teorie climatiche è piena di contraddizioni (esempio quella che stiamo vivendo); ma che non comportano nessuna anomalia, poiché come ripetuto in diverse occasioni, si tratta solo di “normali”, sebbene marcati”, scambi termici. Così devono essere le “classiche” stagioni interlocutorie.
Probabilmente il ricordo dell’estate 2003, involontariamente ed inconsciamente, ci ha portato a pensare che il nostro Globo stia attraversando una fase “bollente”.
Nulla di più falso, poiché questi “picchi estremi”, sono sì indice di un cambiamento climatico in atto, che non si palesa mai in tempi “brevi” e soprattutto, nonostante le varie teorie, non sappiamo ancora verso quale reale direzione esso proceda.
Un pensiero, estremo omaggio nello scibile del sapere, va a Galileo che introduce la Sua logica attraverso una significativa espressione: “il probatorio è il limite necessario minimo dal quale nessuna scienza può e potrà mai sottrarsi”.
Ovviamente in questo “Medioevo del pensiero” tutto viene mistificato e le speculazioni divorano le “riflessioni della mente”. La prepotenza e le ingerenze, non competenti alla scienza, dominano la nostra “infausta” epoca.