Negli ultimi mesi il Veneto ha pagato un prezzo molto duro sul fronte maltempo: dopo la disastrosa alluvione di novembre, altre situazioni preoccupanti si sono verificate ogniqualvolta la pioggia caduta è stata eccessiva e, in ordine di tempo, l’ultima violenta fase di maltempo si è verificata nello scorso marzo. In particolare, una delle zone più martoriate è stata Vicenza, finita spesso in parte sott’acqua per l’esondazione del Bacchiglione.
Alle porte dell’estate, di nuovo Vicenza e l’intera provincia hanno dovuto fare i conti con la furia della natura: stavolta non è stata colpa del Bacchiglione, ma la città è comunque finita sott’acqua a causa di un intensissimo nubifragio-lampo che ha scaricato, nel primo pomeriggio di venerdì, una notevole quantità d’acqua in un ristretto arco di tempo. In appena mezz’ora, la violentissima pioggia ha messo in ginocchio molte località da Arzignano a Bassano fino alla stessa Vicenza: non solo danni enormi (stimati nell’ordine di centinaia di migliaia di euro), ma anche due persone ferite. In serata altro temporale, ma dall’intensità decisamente più contenuta.
Non c’è stata solo la pioggia, ma anche soprattutto il vento fortissimo che ha soffiato con raffiche fino a 120 chilometri orari: questa raffiche hanno divelto cartelloni stradali e decine di piante, alcune di queste ultime finite sulle auto in sosta. Si è parlato di trombe d’aria, ma è un temine di cui spesso si abusa: vedendo i danni, si è trattato infatti di raffiche lineari e non associate a nessun vortice. Si tratta del classico “downburst” associato al fortissimo temporale: raffiche di vento comunque tremende e distruttive, come si può chiaramente apprezzare dalle immagini.