SVOLTA STAGIONALE – Lo abbiamo annunciato a più riprese: siamo di fronte al momento chiave dell’autunno, perché dopo lunghe settimane di caldo anomalo (non solo in Italia, ma anche soprattutto su gran parte d’Europa) la circolazione atmosferica sembrare mutare decisamente il trend. La prima incursione fredda dal Nord Europa verso il Mediterraneo potrebbe essere seguita da nuove e più incisive sortite artiche verso metà mese, ma avremo modo ovviamente di riparlarne. Quello in arrivo è pur sempre un peggioramento che dovrebbe essere tipico per novembre, ma assume un’importanza notevole proprio in relazione al fatto che giunge repentino dopo un lungo scorcio autunnale che ha avuto delle strette somiglianze ad una lunga coda tardo estiva. Le temperature subiranno un tracollo, ma in realtà si riporteranno solamente attorno alle medie stagionali: tutto ciò fa riflettere di fronte all’eccezionalità del prolungato periodo caldo che è persistito quasi costantemente da un mese e che viene interrotto solo ora, nel periodo della cosiddetta Estate di San Martino.
PARTITO IL PEGGIORAMENTO SULL’ITALIA – Parte delle regioni italiane hanno già risentito della fase di maltempo prefrontale, dovuta alle correnti umide di libeccio che hanno determinato piogge localmente significative in alcune zone del Nord (si sono avuti anche nubifragi sulla Liguria, [url=https://www.meteogiornale.it/notizia/29978-1-notte-di-nubifragi-nel-levante-di-genova-allagamenti-e-frane]leggi qui[/url]) e lungo i versanti tirrenici, specie in Toscana. Molto più aperti i cieli sulle regioni adriatiche, sottovento all’Appennino, e sul Sud Italia, con temperature ancora elevate in parte a causa dei venti di Garbino: spiccano i 27 gradi di Pescara, ma la località più calda è risultata Catania con quasi 28 gradi. Il malloppo perturbato più intenso, quello che si porterà al traino l’irruzione artica, sta ormai giungendo di gran carriera dalla Francia sul Nord Italia: l’aria più fredda che preme sulle Alpi sta generando questa sera notevoli contrasti, con temporali fuori stagione su parte delle pianure fra Lombardia e Triveneto. Sono i primi segnali di una recrudescenza perturbata, che porterà alla genesi della profonda depressione italica.