In questi giorni di meteo fortemente ventoso, l’ingresso freddo è visto positivamente dai più per la pulizia dell’aria delle nostre città, spesso soffocate da dense cappe di smog. Nulla di più vero, tali burrasche di vento sono un vero toccasana per la qualità dell’aria e per la dissipazione di inquinanti.
Ma attenzione che non è tutto oro quel che luccica: le fasi meteo fortemente ventose hanno un duplice lato negativo, uno per gli esseri umani e uno per la vegetazione.
Il primo è che con tali configurazioni vi è un aumento dei malanni tipici di stagione (che ricordo NON dipendere da quanto freddo fa, piuttosto dagli sbalzi termici e dalla secchezza dell’aria);
il secondo è che il vento asciuga molto gli strati superficiali, pertanto se già siamo in una fase siccitosa (come nel Centro e nel Sud Italia) un’ulteriore ventilazione sostenuta non giova certo ai terreni e alle piante.
Oltretutto, nel Nord Italia spesso i venti forti sono sinonimi di fohn e anche di incendi, quasi sempre per colpe umane, e di essiccazione di boschi e sottoboschi.
Insomma, va bene gioire per la qualità dell’aria, ma attenzione che il vento da solo non è risolutore di ogni male, ma anzi può provocarne degli altri. Sarebbe meglio una fase piovosa generosa per molte regioni italiane, ma ad oggi non è dato sapere quando ci sarà.