Il fulmineo cambio circolatorio, com’era facile intuire, causerà contrasti termici “preoccupanti”. L’aria fresca, più pesante, scivolerà alle basse quote e costringerà quella calda preesistente ad una rapida risalita. L’ascesa provocherà la condensazione del vapore acqueo e il conseguente sviluppo di enormi nubi torreggianti, foriere di manifestazioni temporalesche piuttosto cattive.
La tesi esposta trova ampiamente riscontro nell’analisi del “rischio temporali” relativo alla giornata di venerdì 15 maggio. I colori dal viola al porpora rappresentano valori dell’indice elevatissimi, il che vuol dire che su quelle regioni si andranno quasi certamente a verificare temporali violentissimi e grosse grandinate. Stiamo parlando della bassa pianura lombarda, dell’Emilia Romagna (soprattutto lungo la pedemontana e le pianure adiacenti), nelle Marche, sulla bassa Toscana e sull’Umbria.
Altri temporali potrebbero scatenarsi sul Veneto, sulle Alpi piemontesi, nell’entroterra ligure, su gran parte della Toscana, nelle interne laziali e più occasionalmente nelle interne abruzzesi. Nelle successive 24 ore assisteremo ad un trasferimento dei fenomeni in direzione del Sud Italia.